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Uno dei segreti del Manchester United di Ferguson erano i videogiochi: erano imbattibili (The Athletic)

Rooney, Ronaldo e Rio Ferdinand erano fortissimi, organizzavano le squadre per Socom, un videogame di guerra. Un elemento oggi sottovalutato

Uno dei segreti del Manchester United di Ferguson erano i videogiochi: erano imbattibili (The Athletic)
Manchester United's Portuguese player Cristiano Ronaldo (2L) celebrates with Manchester United's Bulgarian forward Dimitar Berbatov (L), Manchester United's English forward Wayne Rooney (2R) and Manchester United's English defender Rio Ferdinand (R) after scoring their third goal of the English Premier League football match between Manchester United and Tottenham Hotspur at Old Trafford, Manchester, north-west England, on April 25, 2009. AFP PHOTO/ANDREW YATES

Chi l’avrebbe mai detto che i trionfi del Manchester United di Sir Alex Ferguson dipendessero anche dai videogiochi? Ebbene, i calciatori di successo dei Reds erano dei veri e propri patiti di Socom, un videogames di guerra che ha avuto successo all’inizio degli anni Duemila.

Il Manchester United di Ferguson era patito per i videogiochi

The Athletic racconta:

Il Manchester United degli anni 2000 aveva giocatori di livello mondiale, come Wayne Rooney, Cristiano Ronaldo e Rio Ferdinand, che erano allenati da Sir Alex Ferguson, probabilmente il più grande manager nella storia del calcio inglese. Ma c’è una cosa che i giocatori dello United insistono fosse un ingrediente segreto sottovalutato: i videogiochi. L’ex portiere dei Reds Foster nel suo podcast ha dichiarato: «Abbiamo sempre giocato con la Psp (PlayStation portatile) a Socom, una specie di Call of Duty; ci giocavamo per ore. Abbiamo vinto tanto in carriera e la nostra cultura era legata a quel gioco; eravamo tutti insieme, litigavamo, alcuni arrabbiati lanciavano la Psp… era incredibile». 

«C’erano otto giocatori in due squadre e alcuni dovevano aspettare il loro turno per giocare. Alcuni dovevano aspettare il proprio turno per entrare a far parte delle squadre. Spesso Ferdinand, Rooney e Ronaldo si riunivano prima della partita, assegnando un ruolo a ciascun giocatore. A volte giocavamo contro il Chelsea: molte loro Psp si sono rotte per la frustrazione» ha raccontato l’ex United Wes Brown. 

Al momento, ricorda The Athletic, Ea Fc (ex Fifa) è il videogioco di cui fanno più uso i calciatori:

Trent Alexander-Arnold è un appassionato di videogiochi. Quest’estate, Lamine Yamal e Nico Williams, hanno creato una squadra di Pro Clubs per passare il tempo durante Euro 2024. Per i giocatori di calcio, i videogiochi sono un compagno ideale per il loro stile di vita ad alta pressione. L’ex calciatore Reichert ha creato il sistema Poga, una valigetta con una console e un monitor all’interno che consentono ai calciatori di portarsi sempre dietro i videogiochi; Raheem Sterling è stato tra i primi giocatori di alto profilo a promuovere l’iniziativa, mostrando lui e un suo amico che giocavano a Fifa in treno nel 2018. Da allora, il sistema è decollato all’interno del calcio d’élite. Se ha davvero contribuito alla cultura vincente sviluppata con Ferguson allo United, vuol dire che forse gli allenatori oggi stanno perdendo un’opportunità: consentire ai loro calciatori di giocare ai videogiochi potrebbe essere una formula sottovalutata per il successo.

E a proposito di ciò, come sappiamo, il ct dell’Italia Luciano Spalletti non ha mai avuto belle parole nei confronti dei videogames:

Spalletti non ha nominato alcun giocatore, ma ha lasciato intendere che Gianluca Scamacca fosse uno dei fanatici della PlayStation.

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