Il nome dell’ex Napoli è il preferito di Frédéric Massar, ex ds di Milan e Roma. I due hanno già lavorato insieme a Roma. Tudor, Vieira e Kovac gli altri nomi

Il Rennes se la passa piuttosto male in campionato. Ieri ha perso contro l’Auxerre per 4-0. L’Equipe parla di “umiliazione”. Una sola vittoria nelle ultime sei e tecnico Julien Stéphan in bilico. Il club sta quindi pensando di cambiare allenatore e in lizza ci sarebbe l’ex Napoli Rudi Garcia.
Sarebbe il preferito del club e anche del ds Frédéric Massara, ex ds del Milan e della Roma. Ha già lavorato con Garcia proprio nella Capitale. Ricorda l’Equipe che “Rudi Garcia è libero dalla partenza dal Napoli lo scorso anno e ha lavorato al fianco del direttore sportivo Frédéric Massara nella Roma”.
Il piano B di Massara porta a Tudor ma, “ma meno che non sia molto convincente, il croato non sarebbe interessato”. C’è anche il piano C che seduce il cda del Rennes e porta al profilo di Patrick Vieira, o ancora Niko Kovac, che ha lavorato nel Monaco.
Leggi anche: Conte in autunno rifiutò 8 milioni per subentrare a Garcia (Corsport)
Fonseca ricorda Rudi Garcia, una terza scelta col pallino di azzerare le gerarchie (Zazzaroni)
È quel che scrive Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport all’indomani del 2-2 del Milan in casa della Lazio con esclusione di Leao e Theo.
Si è vista la mano di Fonseca, questo è fuor di dubbio: la rinuncia per una settantina di minuti a Leao e Theo in una partita nient’affatto scontata ha ridotto sensibilmente le distanze tecniche e fisiche tra le squadre, al punto che la Lazio ha giocato meglio, con più coraggio e lucidità, e avrebbe meritato di vincere.
Il calcio sa essere bastardo, purtroppo, e il gol di Leao subito dopo l’ingresso in campo ha sublimato l’errore esiziale, se si considerano il momento e la classifica; errore condiviso – immagino – con la società.
Quella che nasceva come battuta si sta trasformando in un sospetto: pur se con i necessari distinguo, la genesi e la prima fase della gestione Fonseca ricordano tanto quelle di Rudi Garcia a Napoli, proprio un anno fa. Entrambi seconde o terze scelte del club, entrambi con una gran voglia di incidere in fretta naturale, essendo dei professionisti di livello -, entrambi con il supporto (e alcune riserve) di un management fin troppo muscolare.
Le analogie? Prima cosa, l’azzeramento delle gerarchie; seconda, il tentativo di mandare dei segnali forti e chiari alle prime firme – da Kvara e Osi allora a Leao e Theo oggi.
Il risultato è stato un Milan assai lontano dalle proprie aspirazioni (il bel gioco): le cose semplici sono le migliori, per le rivoluzioni c’è sempre tempo.