Nel documentario “Fragili”: «Rimasi fermo per Covid circa un mese, restando tanto tempo in casa divenne tutto automatico. Andai al serd a curarmi ma mi sembrava inutile».
Nicolò Fagioli è il protagonista del documentario “Fragili” su Prime Video, che racconta la sua dipendenza dal gioco d’azzardo che lo ha portato successivamente a una squalifica di 7 mesi.
Fagioli: «Non si guarisce dal gioco d’azzardo, alla Cremonese ho iniziato a fare sul serio»
Il centrocampista della Juventus ha raccontato nel documentario come è iniziata la dipendenza dal gioco e a cosa lo ha portato:
«Mi dicevo ‘tanto non succede nulla’. Ogni tanto vincevo, ma pagavo le sconfitte di prima. Ho iniziato a scommettere a 16 anni con gli amici come passatempo. Alla Cremonese, poi, rimasi fermo per Covid per circa un mese restando tanto tempo in casa e divenne tutto automatico».
Sulle lacrime in panchina a Reggio Emilia dopo la sconfitta della Juventus contro il Sassuolo:
«Ero sotto di molti soldi, non sapevo come recuperarli. In più abbiamo perso per un mio errore. Noi calciatori abbiamo tanto tempo libero, in quel momento l’ho occupato nel modo sbagliato».
Fagioli ha chiesto poi aiuto dopo essersi reso conto dei problemi che lo stavano inghiottendo:
«Andai al serd (servizi per le dipendenze patologiche) per chiedere di parlare con qualcuno che si occupasse del gioco d’azzardo. Andai due tre volte, ma mi sembrava inutile. Non si guarisce dal gioco d’azzardo, ma si impara a tenerlo a bada. Ho passato 7 mesi di agonia, tutti i giorni mettevo una croce sul calendario e contavo quanti giorni mancassero, più si avvicinava e più ero incredulo».
Ha aggiunto:
«Ho buttato via più di due anni di vita per colpa delle scommesse. Soldi, vita, tempo da passare con la mia famiglia… In depressione c’ero prima, quando scommettevo. Ero nullo, facevo poco o niente, mi allenavo anche poco».