Sinner, il dubbio è che dopo le critiche lo si voglia punire per forza (Il Giornale)

La confusione regna sovrana. L’impressione, a questo punto, è che la ricerca sia quella del pelo nell’uovo

Sinner

New York (Stati Uniti) 08/09/2024 - finale Us Open/ foto Panoramic/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Sinner, il dubbio è che dopo le critiche lo si voglia punire per forza (Il Giornale). 

Scrive Il Giornale con Marco Lombardo:

L’impressione, a questo punto, è che la ricerca sia quella del pelo nell’uovo, solo che per trovare qualcosa l’uovo non dovrebbe
essere strapazzato. La vicenda Clostebol-Sinner era finita, anzi no non lo è, e insomma la confusione regna sovrana, generata da un ente antidoping, la Wada, che dovrebbe essere garante delle regole.

Riassumendo: uscita il 15 agosto la sentenza di assoluzione di Jannik dall’accusa di aver assunto un farmaco proibito nella dose di un miliardesimo di grammo, l’ente sovrano in materia aveva 21 giorni per presentare appello. Quindi il termine sarebbe stato il 6 settembre, in pieno UsOpen, ma aldilà di un «stiamo monitorando» non si è riusciti a sapere altro.

Il termine è scaduto, nessun appello, dice il TAS di Losanna che avrebbe dovuto riceverlo; e invece no, risponde la Wada attraverso la sua segreteria: la decisione è ancora «ongoing» grazie un cavillo di una norma, la 13.2.3.5, che consente a lei e solo a lei di spostare il limite a partire da quando sono stati ricevuti i chiarimenti richiesti all’Itia, l’ente terzo che regola le indagini di doping nel tennis. Domanda: quando sono stati ricevuti? Risposta del portavoce James Fitzgerald: «La settimana scorsa». Così, più o meno, a spanne.

Il Giornale si chiede:

non è che le critiche di chi si è lamentato del trattamento avuto dal trionfatore di New York abbia portato a un tentativo di rimediare alla frittata? Magari (anzi, senza magari) per poter sospendere il giocatore? Dietrologia, forse. 

Federer sul caso Sinner: «Capisco la frustrazione di chi si chiede: “È stato trattato come gli altri?»

Roger Federer ha parlato a Today del caso Sinner, sottolineando che pur confidando nell’innocenza del numero 1 al mondo, non può biasimare chi parla di trattamento non equo.

Queste le parole dell’ex tennista svizzero:

«Questo tipo di notizie non è qualcosa che vogliamo vedere nel nostro sport, indipendentemente dal fatto che abbia fatto qualcosa o meno, o che l’abbia fatto qualsiasi giocatore».

«Capisco che sia una situazione difficile. È l’incubo di ogni atleta e squadra ricevere queste accuse e avere questi problemi, perché compiliamo questi moduli tutto il giorno, tutti i giorni. E la cosa vive con te. Ogni mattina, quando ci si sveglia, si pensa: “C’è qualcuno alla porta che sta per farmi un test?” Quindi è davvero difficile».

Federer parla del presunto trattamento non equo tra Sinner e gli altri tennisti:

«Capisco la frustrazione di chi si chiede: “È stato trattato come gli altri?”».

Poi conclude.

«Penso che tutti noi confidiamo nel fatto che Jannik non abbia fatto nulla, ma il fatto che non abbia dovuto fermarsi quando non erano sicuri al 100% di cosa fosse accaduto, questa credo sia la domanda a cui bisogna rispondere. Però è così, dobbiamo fidarci del processo e di chi è coinvolto».

Nadal: «Conosco Sinner e non credo che volesse doparsi. La giustizia è giustizia anche quando non ci piace»

Rafa Nadal, ospite del programma El Hormiguero su Antena 3, ha difeso Jannik Sinner in merito al caso di doping che lo ha coinvolto prima degli Us Open. Durante l’intervista ha appunto preso le difese dell’italiano:

«Ho un pregio o un difetto e cioè che credo nella buona fede delle persone. Conosco Sinner e non credo che volesse doparsi. La giustizia è giustizia e non credo che debba piacerci solo quando si risolve nel modo in cui vogliamo. Credo negli organi che devono prendere decisioni e prenderle in base a ciò che ritengono giusto. Confido che se non lo hanno sanzionato ulteriormente, è perché lo hanno già fatto coloro che hanno il dovere di giudicare questi casi. È chiaro che quello che c’era non era punibile, l’opinione di tutti è rispettabile e la mia è questa».

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