Valentina Petrillo al Times: «Meglio essere una donna lenta che un uomo infelice»
"Alle Paralimpiadi era la vita perfetta, purtroppo fuori non è così. JK Rowling si preoccupa se uso il bagno delle donne, ma non sa niente di me"

This handout photograph taken and released by OIS/IOC on September 6, 2024, shows Italy's Valentina Petrillo competes in the Para Athletics Womens 200m - T12 Semi_Finals at the Stade de France during the Paris 2024 Paralympic Games, in Paris. (Photo by Joel MARKLUND / OIS/IOC / AFP) / XGTY /
Valentina Petrillo al Times: «JK Rowling si preoccupa se uso il bagno delle donne, ma non sa niente di me»
“Era la vita perfetta. Era bellissima. Sono stata accolta da tutti. Fuori, so che non sarà la stessa cosa”. Valentina Petrillo, la velocista transgender di 51 anni che tanto scalpore ha fatto per la sua partecipazione alle Paralimpiadi (non vincendo nulla, peraltro) parla di nuovo, in un’intervista esclusiva al Times. Ovviamente dello “scandalo”, raccontato così da un po’ di giornali, e soprattutto dal Telegraph che ne ha fatto un caso politico con articoli su articoli.
Petrillo è ipovedente, gareggiava come uomo fino all’età di 45 anni. Petrillo racconta di essere già stata oggetto di molestie quotidiane a casa prima di questa intensa luce dei riflettori. Secondo lei le critiche sono radicate nel pregiudizio e nella transfobia. Ha rispettato alle regole stabilite da World Para Athletics, il suo livello totale di testosterone è stato inferiore a 10 nanomoli per litro di sangue per almeno 12 mesi prima delle competizioni e non si è mai più rialzato. “Dal 2015, quando il Cio ha aperto le Olimpiadi alle persone transgender, c’è stata solo una persona che ha gareggiato, Laurel Hubbard, (una sollevatrice di pesi dalla Nuova Zelanda). E c’è stata solo una persona apertamente transgender che ha partecipato alle Paralimpiadi, io. Quindi tutta questa paura che le persone trans possano distruggere il mondo dello sport femminile in realtà non esiste. La gente diceva che molti uomini sarebbero andati a gareggiare come donne solo per vincere, ma questo non è successo affatto. È solo transfobia”.
Il vantaggio di genere intrinseco è stato smentito anche dai risultati. Ma il mondo di oggi è superconnesso, e quindi succede anche che Petrillo vada in conflitto con… JK Rowling. L’autrice di Harry Potter l’ha definita “imbrogliona dichiarata e orgogliosa”. Lei risponde così: “JK Rowling è preoccupata solo del fatto che io usi il bagno delle donne, ma non sa nulla di me”, dice.
Racconta la sua storia al Times. E la sua malattia: quando aveva 14 anni, le è stata diagnosticata la malattia di Stargardt, una rara malattia ereditaria degli occhi senza cura che ha lasciato delle aree scure permanenti al centro del campo oculare. “Sentivo i miei genitori piangere. Era molto difficile”, racconta. Sebbene faccia fatica a distinguere le persone, riesce a malapena a leggere un testo premendo una lente di ingrandimento contro uno schermo.
E’ tornata a correre a livello agonistico solo a 41 anni. Inclinando la testa, riesce a distinguere le linee della pista a pochi metri dai suoi piedi e segna un punto di riferimento parallelo prima dell’inizio di ogni gara per riconoscere dove si trova il traguardo. Ha vinto 11 titoli nazionali nella categoria maschile T12 nel giro di tre anni ma, nel 2017, poco dopo la morte della madre, Petrillo ha detto alla sua ex moglie Elena, con cui ha un figlio, Lorenzo, di sentirsi donna. “Avevo sempre detto che era un segreto che avrei tenuto fino alla tomba. Significava distruggere tutto ciò che avevo creato. È stato molto doloroso. Abbiamo visto insieme uno psicologo sessuale. Dopo quattro mesi, hanno detto che avevo una disforia di genere. L’omosessualità è stata rimossa dalla Classificazione Internazionale delle Malattie dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1990, ma essere transgender è considerato un disturbo mentale. Non è bello“.
Petrillo racconta la terapia ormonale: “L’inizio è devastante. Ho preso 10 chili nel primo mese. Il mio metabolismo è cambiato completamente. Nel primo anno, il mio petto è cresciuto e, mentalmente, tutto era diverso. Ho iniziato ad avere una sensibilità molto maggiore. La più piccola cosa mi faceva venire voglia di piangere”. Dopo sei mesi di trattamento, Petrillo aveva perso più di dieci secondi nei 400 metri e circa 2,5 secondi nei 200 metri, i due eventi in cui ha raggiunto le semifinali a Parigi, ma considerava che fosse un sacrificio necessario e “meglio essere una donna lenta e felice che un uomo veloce e infelice” è diventato il suo motto personale.
Nel 2022 alcune atlete si sono girate sul podio per protestare. Petrillo ha detto di non essersi resa conto in quel momento a causa della sua vista; un’amica gliel’ha detto in seguito. A un evento master ad Ancona, a Petrillo è stato detto che non le era permesso usare gli spogliatoi femminili. “Alla fine della gara, ho detto alle ragazze: ‘Vi rendete conto che non ci vedo nemmeno?’. Tutti questi aspetti negativi erano nel mondo olimpico. Nel mondo paralimpico, non ho mai avuto problemi”.