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Nike vuole le atlete Usa in mutande a Parigi, per il Guardian “sono divise soft porno”

Polemica sulle divise femminili dell’atletica leggera: “Gli uomini possono concentrarsi sulle prestazioni, le donne sulla ceretta inguinale”

Nike vuole le atlete Usa in mutande a Parigi, per il Guardian “sono divise soft porno”

Nike ha presentato la linea dei kit tecnici che vestiranno gli atleti del Team USA alle Olimpiadi di Parigi. Per le “divise” dei maschi non ci sono problemi. Quelle delle atlete invece sono… “sessiste”. La scena – scrive il Guardian – “ha rievocato i ricordi dei Giochi di Rio: le nuove uniformi statunitensi sarebbero state l’ideale per una spiaggia brasiliana”. Insomma Nike vuole le atlete americane in gara con uno striminzito pezzo di sotto, con le ristrettezze dei migliori bikini.

“Le uniformi sono un passo indietro su più livelli – commenta il Guardian – Dal punto di vista della moda, sono un ibrido tra i body indossati dagli appassionati di aerobica degli anni ’80 e i costumi di Baywatch negli anni ’90. Solo che i body da allenamento erano indossati con i collant e Baywatch era un porno attenuato”.

Quando si parla di evoluzione degli sport femminili, ancora una volta si fa un passo avanti e due indietro. Un commentatore di X lo ha detto meglio: “Gli uomini possono preoccuparsi delle loro prestazioni atletiche mentre le donne devono preoccuparsi degli sfregamenti, che i loro genitali non cadano e che si facciano la ceretta all’inguine. Sicuramente pari opportunità eh”. Nike si è difesa sottolineando che gli atleti del Team Usa non solo possono scegliere tra slip e pantaloncini, ma anche tra un’ampia varietà di altre combinazioni di outfit.

Continua il Guardian: “Se alcuni atleti si sentono davvero più a loro agio con quel taglio, avranno più potenza. Indossali durante le Olimpiadi. Ma per Nike promuovere la parte inferiore del bikini e non solo i pantaloncini è problematico. Le giovani atlete che guardano a questi olimpionici devono già fare i conti con il conformarsi agli stereotipi del corpo e ai problemi di autostima. Poi iniziano i cicli mestruali e devono affrontare tutti i tipi di ormoni e momenti di autocoscienza. C’è una ragione per cui le ragazze hanno più del doppio delle probabilità rispetto ai ragazzi di abbandonare lo sport entro i 14 anni. L’ultima cosa di cui hanno bisogno è sentirsi come se un kit da pista come quello creato da Nike fosse l’ideale”.

Tutto ciò in un periodo storico in cui hanno autorizzato le tenniste a usare mutandine nere al posto di quelle bianche e la stessa Nike è tra le aziende che offrono abbigliamento con protezione mestruale incorporata.

“Ma forse a Nike non importa- conclude il pezzo – Alla fine, nonostante i passi falsi, la pubblicità aggiunta fa sì che Nike vinca sempre”. Lo scriveva anche il Telegraph, poche settimane fa.

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