ilNapolista

Madrid-City grande partita perché ha avuto un grande arbitro (in Italia Letexier sarebbe stato massacrato)

Ormai in Italia ogni contatto è fallo, con relativo processo tv. Stiamo trasformando il calcio nel basket anni Ottanta, in uno sport di contatto

Madrid-City grande partita perché ha avuto un grande arbitro (in Italia Letexier sarebbe stato massacrato)
French referee Francois Letexier (C) points to Real Madrid's Brazilian defender #03 Eder Militao during the UEFA Champions League quarter final first leg football match between Real Madrid CF and Manchester City at the Santiago Bernabeu stadium in Madrid on April 9, 2024. (Photo by JAVIER SORIANO / AFP)

L’eroe di Real Madrid-Manchester City ha un nome e cognome: François Letexier. Che il dio del calcio lo protegga e lo tenga al riparo dalla deriva italiana che ha ormai definitivamente trasformato il calcio in uno sport di contatto. Deriva funzionale al proliferare di salottini e scantinati tv che – gira che ti rigira – quando non possono prendersela con Allegri finiscono a parlare di arbitraggi e falli che non stanno né in cielo né in terra. Vivisezionano un’azione, la mondano del movimento, di tutto quel che comporta l’azione cinetica di due atleti, e consentono di attrarre l’utente televisivo italiano che è sempre eccitato all’idea di gridare al complotto. In Italia si sta compiendo un vero e proprio sacrilegio. Un attentato a quello che un tempo era uno sport meraviglioso e che stiamo affondando tra rigori assurdi, cartellini gialli che volano anche per l’alito pesante, e discussioni infinite sul nulla.

Ieri sera a Madrid il signor François Letexier – arbitro internazionale, anni 34, di un piccolo paesino della Bretagna – ha raccolto la versione italiana del gioco del calcio e l’ha buttata nella pattumiera del Santiago Bernabeu. Ha arbitrato come dev’essere arbitrata una partita di calcio. Le statistiche riportano undici falli commessi dal Madrid e nove dal City. Il fallo è stato fischiato quando realmente è stato commesso. Se – vivaddio – un calciatore frana addosso all’avversario DOPO aver colpito il pallone o perché è umanamente impossibile fermarsi quando si è lanciati a venti chilometri all’ora verso un pallone, non è fallo. Un principio cardine del gioco del pallone, che Letexier ha ribadito. E che in Italia è stato dimenticato.

E non si tratta di arbitraggio all’inglese. Quando il fallo c’è e merita l’ammonizione, il cartellino viene estratto anche dopo quaranta secondi. Come con Tchouameni per l’intervento su Grealish lanciato a rete. Non era mai fallo quello commesso su Bellingham nel primo tempo. L’inglese è rimasto a terra finendo col compromettere una ripartenza del Real. In Italia sarebbe stato fischiato fallo e in caso contrario l’arbitro sarebbe stato processato in pubblica piazza. Letexier invece al termine dell’azione, ha anche discusso con Bellingham e gli ha spiegato che non era fallo.

Letexier non è mai, diciamo mai, dovuto ricorrere al Var. Come se il Var non ci fosse stato. C’era, ovviamente. Ma è rimasto sullo sfondo. Vigile ma muto. Perché ad arbitrare è stato il direttore di gara, non il signore o i signori che sono davanti al video. La perversione italiana sta riportando il nostro Paese in un’enclave calcistica. Stiamo tornando a un vecchio refrain del nostro Paese: “In Europa questi falli non si fischiano”. Esatto. In Europa si gioca a calcio. Non è il basket degli anni Ottanta e Novanta (ora anche nella pallacanestro si fischia molto meno). Ed è una tendenza non solo pericolosa ma che sembra inarrestabile. Stiamo andando per la tangente e ci stiamo allontanando dagli standard seguiti nelle partite più importanti, come è il quarto di finale di Champions tra Madrid e City.

L’altro giorno Rosetti – direttore generale arbitrale della Uefa – ha chiarito le linee guida per l’Europeo. È bene che i calciatori italiani le leggano attentamente perché sarà un altro sport rispetto alla Serie A.

«Vogliamo evitare cartellini inutili e tutelare l’immagine del gioco, quindi saremo decisi. Si tratta di tutelare l’immagine del gioco e dare un’eredità positiva alle generazioni future. Dobbiamo fare qualcosa e io ho bisogno di voi perché siete molto importante per noi», ha detto ai direttori di gara.

 Il comportamento inaccettabile dei giocatori è un problema per gli arbitri. I giocatori vi seguono e se voi siete calmi, anche loro sono più calmi». Ci ha tenuto a ricordare che arbitra chi sta in campo non chi è davanti alla tv: «Vogliamo che arbitri con forte personalità prendano le decisioni in campo. Vogliamo usare i nostri Var solo quando ci sono prove di un errore».

È quel che è accaduto ieri sera a Madrid. La stessa partita, diretta da un arbitro medio della Serie A, si sarebbe trasformata in altro. In una partita spezzettata e ingestibile. Con i mille processi tv a uso e consumo della propria partigianeria.

ilnapolista © riproduzione riservata