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L’oro non basta più, alle Olimpiadi arrivano i soldi per chi vince: «Il mondo è cambiato»

World Athletics rompe un tabù che durava da 128 anni: si gareggia solo per la gloria. Invece da Parigi darà 50.000 dollari ai vincitori delle gare di atletica

L’oro non basta più, alle Olimpiadi arrivano i soldi per chi vince: «Il mondo è cambiato»
Rio de Janeiro (Brasile) 15/08/2016 - atletica leggera / Olimpiadi Rio de Janeiro 2016 / foto Imago/Image Sport nella foto: David Rudisha ONLY ITALY

Dopo 128 anni di “gloria” olimpica World Athletics rompe un tabù: l’atletica sarà il primo sport internazionale a dare soldi agli atleti per aver vinto una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Insomma, l’oro non basta. Non più. A partire da Parigi gli atleti che vinceranno l’oro in ciascuno dei 48 eventi dell’atletica si aggiudicheranno 50.000 dollari. Ma World Athletics ha promesso di estendere i premi in denaro anche alle medaglie d’argento e di bronzo, dai Giochi di Los Angeles del 2028.

La decisione è sorprendente – spiega il Guardian – dato che il Cio, il Comitato Olimpico Internazionale, non ha mai assegnato denaro per la partecipazione o la vittoria di una medaglia alle Olimpiadi, sostenendo che competere ai Giochi è già di per sé una ricompensa sufficiente.

Il presidente della World Athletics Sebastian Coe difende la “l’introduzione del premio in denaro per le medaglie d’oro olimpiche in un momento cruciale per l’atletica mondiale nel suo complesso. Sebbene sia impossibile attribuire un valore commerciale alla vittoria di una medaglia olimpica, o all’impegno e alla concentrazione necessari anche solo per rappresentare il proprio Paese ai Giochi Olimpici, penso che sia importante iniziare da qualche parte e assicurarsi che parte dei ricavi generati dai nostri atleti ai Giochi Olimpici vengono restituiti direttamente a coloro che rendono i Giochi lo spettacolo globale che sono“.

Il problema è che il Cio non si è ancora espresso in merito, “ma spero che accoglieranno con favore. Il mondo è cambiato ed è davvero importante che, ove possibile, diamo soldi agli atleti. Se pensassi che gli atleti competono solo per un guadagno economico, potrei avere un punto di vista diverso”.

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