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Inzaghi: «Il ciclo deve continuare, la dirigenza si sta già muovendo. La squadra è focalizzata su quest’anno»

In conferenza: «Sono contento soprattutto della sinergia che si è creata. Non è un’ossessione vincere il campionato domani»

Inzaghi: «Il ciclo deve continuare, la dirigenza si sta già muovendo. La squadra è focalizzata su quest’anno»
Db Firenze 28/01/2024 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Simone Inzaghi

Inzaghi presenta in conferenza stampa il derby Milan-Inter, il primo match point per la vittoria dello scudetto.

Siamo alla vigilia di una partita doppiamente importante, c’è grande attesa. Come la sta vivendo?

«Abbiamo ottime sensazioni, abbiamo lavorato tanto e bene, Domani potrebbe essere una giornata importante per la famiglia Inter. Abbiamo ancora un altro allenamento per preparare il derby nel migliore dei modi».

Lei domani potrebbe entrare nella storia del calcio italiano. Come sta vivendo queste ore?

«Con i ragazzi abbiamo parlato di quello che stiamo facendo, del nostro percorso. Sappiamo che può essere un giorno importante, ma non è un’ossessione vincere il campionato domani. Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto dal 13 luglio. La salita finendo, vogliamo vedere il panorama».

Si aspetta un derby diverso a livello sia tattico che di motivazioni? Cosa cambia il fatto che ci sia lo scudetto in palio?

«La posta in palio è altissima, sappiamo di aver vinto gli ultimi cinque derby, ma questa cosa non conterà nulla domani. Abbiamo di fronte la seconda in classifica che avrà la maggior parte del pubblico dalla sua parte».

Qual è la differenza tra il chiuderla subito e l’allungare i tempi? Calhanoglu ha detto che lei è migliorato molto, in cosa?

«Io mi limito a ringraziare i giocatori e i miei collaboratori, è stato un percorso lungo. Ringrazio la società forte che abbiamo, tutte persone che amano l’Inter e sono pronte ad aiutare per superare qualsiasi problematica tutti insieme, senza che nessuno decida per conto suo. Penso alla finale di Istanbul, a San Siro contro la Sampdoria nell’ultima giornata di due anni fa, oggi ci sono tanti tifosi anche qua e poi li andremo a salutare».

Abbiamo visto un gruppo coeso, un bel gioco e una grande atmosfera. Cosa ti rende più orgoglioso?

«Le vittorie e i trofei contano molto nel calcio, ma io sono contento soprattutto della sinergia che si è creata. Dopo 22 anni di Roma, mi sono trasferito a Milano e dopo pochi mesi i tifosi si complimentavano per come giocava la squadra».

Umanamente come riassumi questi anni?

«Sono stati tre anni intensi, si è vinto tanto e qualche volta si è pure perso. Io ho sempre lavorato nella stessa maniera e la fortuna è stata quella di avere grandi giocatori per strada, non solo quelli che ci sono ora, ma anche quelli degli anni passati».

Zhang ha annunciato la tua permanenza. Ti fa piacere? Vorresti lavorare ancora con questo gruppo dopo i tanti cambi della scorsa estate?

«Le parole di Zhang mi hanno fatto piacere ma non sono state una sorpresa, con me lui si è sempre comportato nel migliore dei modi. Mi fa piacere che diventi uno dei presidenti più vincenti della storia del club. Per il rinnovo ci sarà tempo, io qui sto bene».

C’è l’intezione di aprire un ciclo?

«Il ciclo deve continuare assolutamente. Tutte le stagioni non sono uguali, ma la dirigenza si sta già muovendo. La squadra però è focalizzata sul 2023/2024, non sul 2024/2025».

Cosa pensi di quello che sta succedendo a Pioli?

«Non so quale sarà il suo futuro, ma gli auguro ogni fortuna da martedì. Al Milan ha fatto un percorso straordinario vincendo lo scudetto e per me oltre che un ottimo allenatore è anche una splendida persona. Sono stato con lui alla Lazio, lui in prima squadra e io in Primavera e non mi ha negato mai alcun tipo di consiglio».

Inzaghi: «Lautare vive di gol, non sono preoccupato»

Lautaro non segna dal 28 febbraio. Come lo hai visto?

«Sta bene, è concentrato. Un attaccante vive di gol, ma non ha avuto molte occasioni tra squalifiche e soste per le nazionali. Non sono preoccupato…».

Zhang ha detto che lei è un dono. Anche lei considera l’Inter allo stesso modo?

«Sì, si è sempre lavorato bene e siamo sempre andati in un’unica direzione anche nei momenti difficili. Sono tre anni da ricordare, dobbiamo ora fare il meglio possibile nelle ultime partite».

Ripensando al suo percorso, che titolo sceglierebbe per un ipotetico libro?

«Non saprei farlo in 10 secondi, su questo credo che siate più bravi voi. Però in questi tre anni c’è stata una grande unione, sono felicissimo per la felicità dei tifosi, vivendo in città me ne rendo molto conto. Ci manca solo l’ultimo passo».

 

 

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