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Benitez: «Napoli? Gli infortuni dei giocatori chiave diventano condizionanti se la qualità media della rosa non è elevata»

Alla Gazzetta: «Un bravo tecnico non lavora sul 4-3-3 o 3-5-2, deve saper imporre il proprio calcio. Al Napoli è mancato spessore ed esperienza»

Benitez: «Napoli? Gli infortuni dei giocatori chiave diventano condizionanti se la qualità media della rosa non è elevata»
Napoli 31/05/2015 - campionato di calcio serie A / Napoli-Lazio / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Rafael Benitez

L’ex tecnico del Napoli Rafa Benitez ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

Benitez: «Ogni tecnico deve partire da un’idea e modellarla sui giocatori»

Il Napoli è reduce da una pessima stagione. Cosa è andato storto?

«A un certo punto servono spessore ed esperienza. Ecco, gli infortuni dei giocatori chiave diventano troppo condizionanti se la qualità media della rosa non è così elevata. Inoltre, sostituire Spalletti sarebbe stato complesso per chiunque, per risultati ed empatia».

Però nel calcio esistono i cicli, ai trionfi si può dar seguito…

«Il punto è che se ogni risultato negativo è paragonato allo scorso anno, i calciatori perdono fiducia e si innesca un circolo vizioso. Nel pari con la Roma si è visto un buon spirito di gruppo e tanta sfortuna».

Il Napoli dovrà scegliere un nuovo tecnico. Quale sarebbe il profilo più adatto?

«Ne occorre uno molto bravo, non necessariamente giovane. Resto sempre dell’idea che ogni tecnico debba essere in grado di pensare il proprio sistema in base alla squadra. Si parte da un’idea e si modella sui giocatori. Non è una questione di 4-3-3 o 3-5-2: i tifosi vogliono vedere intensità, competitività, attaccamento. Sapersi adattare all’avversario va bene, saper imporre il proprio calcio è molto meglio».

Lei è l’allenatore spagnolo che ha più panchine e più vittorie in Serie A. Ma perché ci sono stati solo cinque tecnici del suo Paese nel nostro campionato?

«La Serie A è molto equilibrata ed è più tattica della Liga. Quindi per avere successo in Italia bisogna sentirsi molto preparati sotto questo aspetto, a cui poi bisogna aggiungere l’adattamento a tempi, cultura e lingua e il fatto che la preparazione generale degli allenatori italiani sia di rilievo».

Quanto è ampio, se c’è ancora, il gap con club come Manchester City e Real Madrid?

«C’è ancora margine ma non così tanto. L’Inter può affrontare qualsiasi avversario. Oggi City e Real hanno accumulato una certa esperienza ed è questo, a mio avviso, che fa la differenza quando si compete a livelli così alti. Ma la squadra di Inzaghi può raggiungerli».

Ci avviciniamo agli Europei. Che ne pensa dell’Italia?

«Spalletti punta al successo. Con un c.t. che sappia trasmettere questo dna e una rosa di spessore, la inserisco tra le favorite della competizione insieme a Inghilterra, Germania, Portogallo e Spagna».

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