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Lotito: «Dossieraggio? Non ne so nulla. Mi hanno fatto una serie di nomi, ma io non ho idea di chi fossero»

Il patron della Lazio sentito dalla procura: «Se qualcuno che conosco dovesse fare una rapina, dove c’è scritto che lo venga a dire a me?»

Lotito: «Dossieraggio? Non ne so nulla. Mi hanno fatto una serie di nomi, ma io non ho idea di chi fossero»
As Roma 10/01/2024 - Coppa Italia / Lazio-Roma / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Claudio Lotito

L’inchiesta sui dossieraggi che sta coinvolgendo il mondo dello sport, si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi scenari. L’ultimo è quello di Lotito, presidente della Lazio e senatore di Forza Italia. La Procura di Perugia ha voluto ascoltare il presidente della Lazio come persona informata dai fatti che coinvolgono anche il presidente Figc, Gabriele Gravina. Le parole di Lotito riportate dal Messaggero.

«Sono stato chiamato come testimone e mi sono presentato subito con la massima disponibilità. Potevo anche eccepire il fatto di essere un parlamentare e la Procura avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione per interrogarmi. Ma non l’ho fatto, perché non avevo assolutamente nulla da nascondere. Il colloquio è durato pochissimo, proprio perché non ne sapevo nulla. Mi hanno fatto tutta una serie di nomi, chiedendomi se li conoscessi o meno, ma io non avevo idea di chi fossero. È la verità, basta verificarlo».

Lotito: «Se qualcuno che conosco dovesse fare una rapina dove c’è scritto che lo venga a dire a me?»

Lotito ha così spiegato la sua totale estraneità alla vicenda:

«La conoscenza non può determinare altro, mica parliamo di dipendenti miei o di qualcuno che pago. E poi, se anche qualcuno che conosco dovesse fare una rapina in banca, dove c’è scritto che lo venga a dire a me o che io lo sappia? Lo dico perché qualcuno sta strumentalizzando quest’inchiesta di cui non so nulla, parlando di personaggi vicini a Lotito o amici del sottoscritto. Siamo alla follia, queste sono calunnie belle e buone. Qualcuno si sta divertendo a mettere sempre il mio nome in mezzo».

I sospetti per il dossier contro Gravina, indagano le Procure di Roma e Perugia (La Stampa)

I sospetti su Lotito per il dossier contro Gravina, indagano le Procure di Roma e Perugia. A scriverlo è anche il quotidiano La Stampa.

L’unico dossier preconfezionato per colpire e incastrare qualcuno sarebbe quello realizzato da Striano e il pm antimafia che lo dirigeva Antonio Laudati, indagato per falso e abuso d’ufficio, contro il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina.

Ma dietro al presunto dossieraggio contro Gravina si sospetta l’interesse del patron della Lazio, Claudio Lotito, a mettere in cattiva luce il presidente della Federcalcio. Che tra i due non corra buon sangue è cosa nota, ma ora due procure, quella di Perugia e quella di Roma, indagano per capire se davvero dietro al tentativo di incastrare Gravina ci sia la mano di Lotito.

Gravina, un fascicolo alla Procura di Roma: diritti tv e caparre per libri d’antiquariato (La Verità)

Quel fascicolo a Perugia su Gravina: riguarderebbe i diritti tv e caparre per libri d’antiquariato. Lo scrive il quotidiano La Verità. che si occupa della intricata vicenda di accessi abusivi alle banche dati. Il quotidiano spiega che i verbali raccolti sul filo calcistico sarebbero stati trasmessi dalla Procura di Perugia a quella di Roma.

Una delle ipotesi sarebbe valutare la regolarità di un bando datato 2018 e avviato dalla Lega Pro presieduta da Gravina. In quell’occasione Isg, società specializzata nella gestione delle piattaforme digitali, avrebbe contattato Ginko, altra azienda connessa con la Assist group di Gianni Prandi, manager della comunicazioni il cui nome è finito più volte sui giornali per via di contratti con Ita e l’amicizia con il leader della Cgil Maurizio Landini. Dagli accessi agli atti considerati illeciti sarebbe dunque emerso più di un nodo che ora gli inquirenti vorrebbero sciogliere. Cercando di capire se tra i contratti sui diritti possa esserci un nesso con almeno un paio di compravendite di una serie di libri storici in possesso allo stesso Gravina. Secondo l’ipotesi investigativa i testi di epoca medievale (ve ne sarebbero anche altri dell’Ottocento) sarebbero inizialmente stati oggetto di compravendita con un antiquario, previo anticipo di caparra. A operazioni saltate la caparra sarebbe rimasta nelle mani del presidente Figc. Se sorgessero evidenze si aprirebbe un enorme tema attorno alla gestione dei diritti e di chi li maneggia.

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