Il difensore del Napoli non ha mai voluto mettere in piazza la situazione con Acerbi, ma adesso vuole che la verità venga a galla e si chiarisca tutto

Fin dalla prima intervista a Dazn nel post partita di Inter-Napoli, è apparso chiaro che Juan Jesus non avesse voglia di dare in pasto ai media la questione delle parole volate con Acerbi in campo. Solo le successive parole del difensore dell’Inter e il suo negare l’accaduto lo hanno convinto ad uscire fuori con un post social spiegando quanto accaduto e quanto detto. Anche ieri, scrive il Corriere della Sera, nell’audizione al Procuratore Chinè, si è visto quanto Juan Jesus non voglia pubblicità sul caso
Juan Jesus Vs Acerbi
“ha scelto un profilo basso, al punto da rendere riservatissimo il suo colloquio col pm. Se Acerbi si è collegato in videoconferenza ieri mattina dalla Pinetina, Jesus ha scelto di non essere nel suo centro sportivo. Ha chiesto anche alla società di non essere assistito e si è consultato esclusivamente con il suo agente Roberto Calenda, il suo colloquio c’è stato già giovedì scorso ma non è trapelato nulla, al punto che ieri sembrava fosse avvenuto subito dopo quello di Acerbi. Mistero? Probabilmente soltanto la volontà di non dare clamore ad una vicenda dolorosa anche per lui che con Acerbi ha un rapporto pregresso.
Ciò come ulteriore dimostrazione che per lui il «fattaccio» poteva esser chiuso, senza strascichi, al termine della partita. «Mi ha chiesto scusa, sono cose di campo». Poi però la crociata, dal suo punto di vista, ha avuto senso quando il collega intervistato al ritorno dal ritiro della Nazionale aveva negato. Il brasiliano ha ribadito così a Chinè di essere stato chiamato negro ed è deciso ad andare in tutte le sedi giudiziarie per dimostrare la sua verità. Il Napoli lo ha lasciato fare, rispettando la sua volontà, sostenendolo con video sui social in cui è chiaro il pensiero unico della lotta al razzismo”.