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Franchini e quel lievito pericoloso che si annida nelle famiglie meridionali

“Il fuoco che ti porti dentro” è un romanzo sulla vita del noto editor, in particolare sul rapporto con sua madre Angela

Franchini e quel lievito pericoloso che si annida nelle famiglie meridionali

C’è tutto l’uomo e lo scrittore Antonio Franchini in questo “Il fuoco che ti porti dentro (pagg. 224, euro 18; Romanzi e racconti Marsilio)” da qualche giorno in libreria. Un romanzo sulla vita – e sul rapporto con il figlio – della madre Angela, sannita e sgherra, figlia di muratore (“artigiano”) inurbatasi e sposata a Napoli con il padre del nostro, Eugenio, commercialista di via Bausan con quarti di buona società. L’autore segue filologicamente la storia della famiglia di Angela e del rapporto con i figli e i parenti: come se un personaggio di Rea vivesse con un Luigi Compagnone in nuce. Angela non si confronta con gli altri e ha sempre l’ultima parola e non riesce a manifestare il suo affetto ai figli ma con un’educazione – quasi lacedemone – li fa ex ducere da loro stessi creandogli una strada per la vita. Questo in contrasto con il marito silente dai ritmi interni borghesi.

Il giovane Franchini la detesta e fugge da casa prima dagli amici, poi con la sua laurea in “Letterelle” corre la sua alea milanese sperando quel lavoro culturale che anche molti della nostra generazione hanno vagheggiato. Antonio riesce a diventare uno dei migliori editor di narrativa istituzionale, ma sempre preziosa e fuori da canoni di scontro ideologico. Diventando poi uno anche dei più preziosi autori della sua generazione perché a differenza dei suoi coetanei non ha mai smesso di leggere e di vivere anche con le sue predilezioni sportive. Sembra Manganelli quando uscendo da una narrazione sempre tesa fa sintesi vitale di ciò che scrive e sente: “ … e scrivo perché voglio scrivere e non perché abbia qualcosa da raccontare, una velleità che posso arrivare a capire da dove viene e, anche, purtroppo, dove va: da nessuna parte”.

La talpa – questo il nomignolo di Angela in famiglia – sale a vivere con Franchini e la sua famiglia ‘o Nord e ricomincia in campo esterno la sua guerra di posizione con il creato familiare ed esterno. Franchini con la sua lingua aulica e fuori da questo tempo letterario ce ne riporta le scaramucce di confine ma non ferma per tutelare la madre le sue cronache di guerra familiare. Lo scrittore è da tempo convinto che nelle famiglie meridionali si celi il lievito di ciò che poi diventa in forma cancrenosa e sociale la camorra: ma non fa nulla per cercare di celare ‘o fuoco che molti di noi se puorten’ dint’ ‘o core… Un sostrato che a ben vedere omaggia proprio la sua alter ego madre sannita: “scrivere, di solito, è o aspirazione o dilazione, più raramente è atto; come l’amore o altre cose importanti della vita, del resto”.

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