Thuram: «Dormo tanto, sulle 14 ore al giorno, mi fermo spesso a lavorare dopo l’allenamento»
L'intervista al Corsera: «Lautaro ogni giorno mi ricorda la finale mondiale persa contro l'Argentina. Io sottovalutato? Non penso niente»
As Roma 10/02/2024 - campionato di calcio serie A / Roma-Inter / foto Antonello Sammarco/Image Sport
nella foto: Marcus Thuram
Thuram: «Dormo tanto, sulle 14 ore al giorno». L’intervista dell’attaccante interista al Corriere della Sera.
Thuram: «Dormo tanto, sulle 14 ore al giorno. Ma dopo le partite faccio più fatica, soprattutto quando vinciamo».
Da quando è arrivato all’Inter sente di essere cresciuto?
«Ho imparato tantissimo e spero di imparare ancora tanto: posso crescere dappertutto, nel dribbling, nella corsa, nella difesa, nel tiro. Mi fermo spesso dopo l’allenamento a fare del lavoro extra, sul campo e con i video».
Inzaghi da ex attaccante l’ha fatta crescere in qualcosa di specifico?
«Sono migliorato molto nel posizionamento senza palla, perché qui in Italia si lavora tanto tatticamente e si impara che un movimento può aiutare un compagno».
Allegri ha detto che è meravigliato del suo rendimento. Si è stupito anche lei o pensa di essere stato un po’ sottovalutato?
«Io non penso niente. Quando sono arrivato all’Inter non ho sentito quello che diceva la gente. Sono arrivato per aiutare la squadra, avevo parlato con Piero (il d.s. Ausilio ndr) già due anni fa, poi l’infortunio mi ha bloccato. Contava solo quello che pensavano lui e il mister su di me: ho lavorato, ho ascoltato tanto anche i compagni e sono contento di quello che sto facendo».
Le fa più pesare Sommer l’eliminazione da quel torneo o Lautaro la vittoria nella finale del Mondiale in Qatar?
«Lautaro».
Succede spesso?
«Tutti i giorni».
Thuram: «Il mio dovere è aiutare i compagni»
Marcus Thuram ha rilasciato un’intervista al canale YouTube della Serie A. Nel corso dell’intervista l’attaccante dell’Inter ha parlato dei compagni di squadra e del rapporto con Lautaro Martinez:
«Quello che mi piace di più di Lauti è la sua tecnica e il suo senso del gol. Io e Lautaro ci completiamo bene perché penso che Lautaro è un giocatore molto intelligente. Anch’io provo ad essere molto intelligente. Siamo due giocatori che rispettano il gioco, è più facile giocare con qualcuno così. Per me essere un numero 9 vuol dire fare la scelta giusta al momento giusto: non tirare quando c’è un compagno libero, se non c’è un compagno libero puoi tirare. Devi interpretare il gioco nella maniera più giusta possibile».
Il figlio di Lilian ha avuto un impatto devastante al suo primo anno in Serie A:
«Il mio impatto è di aiutare veramente la squadra anche nel gioco, sia che nei gol e nei rigori ma aiutare i compagni se hanno bisogno con una corsa, con una rimessa, con un passaggio, con un dribbling. Quello che devo fare sul campo è aiutare la squadra. Per me essere un numero 9 è rispondere a quello che devi fare sul campo se sono a sinistra, devo fare cose diverse se sono a destra, ho un’altra cosa se sono al centro».
«Da quando ho firmato con l’Inter so che questa squadra comincia il campionato per vincerlo. Il campionato è molto lungo ed è ancora presto per parlare della seconda stella, ma proviamo a imparare in ogni allenamento e fare il meglio ogni partita. Dall’inizio della stagione abbiamo fatto bei risultati e proviamo a continuare così».
Thuram racconta com’è uscire dal tunnel di San Siro:
«L’uscita dal tunnel a San Siro è sempre speciale, anche fare i gol e sentire il rumore dei tifosi è una cosa incredibile. La prima esultanza che ho fatto contro la Fiorentina è le mani dietro le orecchie per il rumore a San Siro. Anche il coro che fanno per me è veramente bellissimo».
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