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La vicenda Henderson insegna che non vanno accettate le pretese dei calciatori

POSTA NAPOLISTA – Vale anche per il Napoli. Ma davvero i calciatori non rendono per i rinnovi che non arrivano o arrivano al ribasso?

La vicenda Henderson insegna che non vanno accettate le pretese dei calciatori
Napoli’s Georgian forward Khvicha Kvaratskhelia reacts during the Italian Serie A football match Torino vs Napoli at the “Stadio Grande Torino” in Turin on January 7, 2024. (Photo by MARCO BERTORELLO / AFP)

La vicenda Henderson insegna che non vanno accettate le pretese dei calciatori

Caro Napolista, prendo spunto dal pezzo “moralistico” che riguarda Henderson e i suoi guadagni sauditi per proporre, ancora una volta, alcune riflessioni.

Leggo da molte settimane invettive contro Aurelio De Laurentiis e la sua gestione sbagliata del post-scudetto su tutte le testate. Non posso che essere d’accordo. Aggiungerei che la mia stima verso il presidente è crollata dopo la foto con gli ultras; seppur riconoscendo la difficoltà di gestire la situazione una volta sceso in campo addirittura il ministro dell’Interno e il prefetto, credo non sarebbe stato plausibile rifiutare l’incontro, ma almeno avrebbe potuto evitare foto ed esondazioni social.

I nodi che vengono al pettine sono diversi: perché così tanti tecnici hanno rifiutato la panchina della squadra campione d’Italia? Davvero l’ego ipertrofico del presidente ha tracimato tanto da travolgere anche l’autostima dei calciatori? Perché alla fine in campo ci vanno loro, con i loro pregi e i loro limiti tecnici, caratteriali e contrattuali.

Proprio su quest’ultimo aspetto vorrei soffermarmi. Alla luce della lettura della realtà proposta dal Telegraph su Henderson, io non sono più certo che si debba accettare pedissequamente ogni pretesa dei calciatori. I calciatori vendendo le loro prestazioni sportive, puntano sul risultato della loro performance, quando questa manca clamorosamente come si può addebitarne la causa al mancato rinnovo? Se davvero fosse così sarebbe una mancanza di professionalità tale da inficiare la carriera.

Allora cosa si può fare quando la squadra non gira come dovrebbe? Anzi come il monte ingaggi vorrebbe?

Certamente possiamo stigmatizzare come retrò la scelta del ritiro punitivo, ma diversamente cosa si può fare nel concreto? Con “nel concreto” intendo “veramente”. È possibile veramente ingaggiare Conte adesso, riconoscendogli uno stipendio fuori budget? È possibile veramente fare un mercato di riparazione tale da sopperire alle assenze di Kim, Lozano, Spalletti e Giuntoli?

Proprio sul ds della Juventus avrei una considerazione banale: quando è arrivato a Napoli era un emerito sconosciuto nonostante il cosiddetto capolavoro Carpi. Negli otto anni ha avuto un rendimento altalenante, era frenato dal presidente? Possibile, ma le dinamiche interne reali nessuno le conosce, tanti sentito dire che mediamente si smentiscono da soli. Alla luce di tutto questo vogliamo parlare dell’operato di Meluso prima che si concretizzi? Cajuste, Lindstrom, Natan sono acquisti di Meluso o di Micheli/ADL?

Mazzarri dieci anni fa appariva un tecnico che lavorava sulle teste dei calciatori per poi proporre un calcio che definirei basico. Oggi la psiche dei calciatori del Napoli è talmente condizionata dai rinnovi al ribasso da precluderne le prestazioni? C’è da parlarne e da criticare una simile evenienza. Nella rubrica delle pagelle si è addirittura paventata la possibilità che i calciatori stiano giocando contro De Laurentiis, ebbene l’infedeltà dei dipendenti è motivo di licenziamento legittimo.

Un’ultima considerazione è doverosa sui fattori circostanziali. Sappiamo tutti che per vincere devono allinearsi molti astri propizi per chi vince ma anche nefasti per gli altri, ebbene credo che quest’anno anche le circostanze siano andate contro il rendimento del Napoli. Non credo che inserendo anche questi fattori nell’analisi della situazione drammatica in cui versa la squadra, la sola valutazione di tutti gli elementi circostanziali renda farraginosa l’analisi stessa: si può essere sufficientemente adulti da inserire concause molteplici nella valutazione del disastro, senza per questo apparire come dei sofisti o, peggio ancora, degli A16.

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