Alla Gazzetta: «L’errore più grande? Sono stati acquistati soltanto giocatori stranieri, non venivano da esperienze brillanti e dovevano abituarsi al calcio italiano»

Venerdì il Milan ha pareggiato 2-2 in casa della Salernitana subendo la rimonta dei campani dopo il gol del vantaggio firmato Tomori. Proprio l’inglese, poi, ha subito l’ennesimo infortunio muscolare. Sono più di 30 gli infortuni della stagione e al Milan rimangono solo Kjiaer (acciaccato) e il giovane Simici. In questo contesto Pioli rischia la panchina. La dirigenza per adesso lo conferma ma i dubbi sull’allenatore emiliano divento sempre più pesanti. La Gazzetta ha chiesto ul parere sulla situazione milanista ad Arrigo Sacchi:
«Quando ci sono situazioni del genere non bisogna cercare il colpevole, ma concentrarsi sui possibili rimedi. Devono farlo i dirigenti, l’allenatore e i giocatori».
Il primo e più evidente problema per l’ex allenatore è il gruppo inesistente:
«Semplice: non è una squadra. O meglio: lo è a volte e poi ritorna al buio. Non ha continuità, troppo altalenante. A Salerno non c’era un collettivo, ma un gruppo sparpagliato per il campo. Ognuno fa per conto suo. La difesa è in difficoltà, perché gli attaccanti non aiutano. Questo è il vero problema».
Mandare via Pioli potrebbe essere la soluzione?
«Non credo che si risolva il problema mandando via l’allenatore. Pioli ha fatto ottime cose, ma non è riuscito a dare continuità al suo lavoro. Però va detto che non so se ci sia in giro uno in grado di dare continuità a questa squadra».
Per Sacchi gli errori hanno origine nel mercato estivo. Nel Milan ci sono troppi stranieri secondo Arrigo:
«A mio avviso nel mercato estivo. Sono stati acquistati soltanto giocatori stranieri, che non venivano da esperienze brillanti e, in più, dovevano abituarsi al calcio italiano. Ma lo vogliamo capire che per un ragazzo che arriva dall’estero è complicato sintonizzarsi sulla nostra lunghezza d’onda? Hanno avuto difficoltà anche grandissimi campioni. Se costruisci una squadra completamente nuova e basata sugli stranieri, sarebbe necessario avere pazienza. Ma la pazienza nel calcio, si sa, è una merce rara».