Nelle ultime 13 partite giocate contro una delle prime cinque squadre della classifica, la Roma non ha mai vinto.

Mourinho studia la strategia: palla al Napoli. Dybala forse in panchina. Lo scrive il Corriere dello Sport che presenta il match di domani sera.
Nelle ultime 13 partite giocate contro una delle prime cinque squadre della classifica, la Roma non ha mai vinto. Il consuntivo tecnico, quattro pareggi e cinque sconfitte nel periodo indicato, racconta una pericolosa idiosincrasia negli scontri diretti che neppure José Mourinho ha saputo annullare nei due anni e mezzo di lezioni di personalità. E’ dunque intuitivo che la sfida al Napoli, nell’antivigilia di Natale, rappresenti uno spartiacque fondamentale del campionato, tanto più dopo la bruttissima partita di Bologna.
Mourinho non si fida del Napoli. Ha osservato ovviamente la debacle di martedì sera in Coppa Italia contro il Frosinone ma anche altre partite dell’era Mazzarri: la sua priorità sarà contenere Osimhen, che lo scorso anno ha determinato sia all’andata che al ritorno la differenza tra le due squadre. E nella fase offensiva spera che il suo, di centravanti, cioè Lukaku, possa sostenere il peso dell’attacco anche senza Dybala (che giocherà contro la Juve ma già domani potrebbe andare in panchina). L’atteggiamento strategico sarà verosimilmente lo stesso delle ultime volte: palla agli altri, aspettando magari di sfruttare un’occasione. Servirà in ogni caso una Roma lucida e matura. Non essendo solida come lo scorso anno, non potrà coprirsi e basta. Dovrà anzi cavalcare con coraggio tutte le praterie che il Napoli le offrirà, per provare a fare risultato.
La Roma è una squadra con poca personalità, non sembra allenata da Mourinho (Il Messaggero)
Il giudizio finale dopo Bologna-Roma è impietoso con la squadra di Mourinho. Il Messaggero parla di squadra senza personalità:
“Quel che preoccupa, in ottica futura, è la poca personalità di questa squadra. Perché paradossalmente il discorso del gioco – che spesso divide in città – lascia il tempo che trova. Le squadre di Josè Mourinho non hanno mai rubato l’occhio ma hanno sempre regalato un’idea di compattezza che questo gruppo se la sogna. Mai come ieri sarebbe servita una squadra di banditi. Ma il carattere non è nelle corde di questo gruppo. Che difetta anche in tenuta atletica (e la differenza di corsa stavolta è difficilmente spiegabile con l’impegno di giovedì contro lo Sheriff, poco più di un’amichevole) e qualità tecnica. «Non siamo riusciti a fare due passaggi di fila», è l’accusa più grande che si può fare. E a muoverla non è un giornalista o un tifoso ma Mourinho“.