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Mihajlovic, la moglie punge la Lazio: «Ci aspettavamo di più da un club cui Sinisa era legatissimo»

A un anno dalla morte. Lotito: «Abbiamo invitato lei e i figli per Lazio-Inter, lo ricorderemo, gli dedicheremo un omaggio speciale»

Mihajlovic, la moglie punge la Lazio: «Ci aspettavamo di più da un club cui Sinisa era legatissimo»
1999 archivio Storico Image Sport / Lazio / Sinisa Mihajlovic / foto Aic/Image Sport

Mihajlovic, a un anno dalla morte. Ecco cosa scrive Il Messaggero:

Dopo l’addio di Rao, sulla comunicazione si è ancora in netto ritardo (lasciato Di Traglia in un limbo, contattato un ex Rai invano),e certe carenze poi si pagano: «Ci saremmo aspettati di più da un club in cui Sinisa ha giocato vincendo molti trofei e a cui era legatissimo». Il riferimento alla Lazio di Arianna Mihajlovic, a uno dalla scomparsa del marito, ricordato da Samp, Torino e Bologna, e oggi con l’invito al fratello Drazen all’Olimpico. Lotito precisa però: «Ho invitato anche Arianna Mihajlovic e i suoi figli per stare con noi a vedere Lazio-Inter perché lo ricorderemo, gli dedicheremo un omaggio speciale. Lui è stato un uomo eccezionale, con lui avevo un rapporto speciale e poi era davvero un grande laziale, molto attaccato e legato alla Lazio».

UN’INTERVISTA ESTIVA ALLA MOGLIE DI MIHAJLOVIC

Il settimanale Chi intervista la moglie di Sinisa Mihajlovic, Arianna, che ha subito raccontato la difficoltà di questa prima estate senza di lui

«Siamo arrivati in Sardegna il ventidue giugno e quando ho aperto la porta ho trovato i suoi scarpini, le sue tute, i suoi vestiti… Mi sono fermata, come se avessi ricevuto uno schiaffo, e mi sono detta: “Vivo o muoio?” Ho scelto di vivere. All’inizio una sensazione orrenda: lo sentivo per casa, ovunque. Poi ho scelto di vivere e non perire. Nicholas, il più piccolo di casa, mi vedeva da sola e mi chiedeva quando sarei uscita: si sentiva in colpa se rimanevo a casa. Allora mi sono circonda- ta di amiche, ho provato a non farmi vedere triste. Ho mostra- to sorrisi forzati, con Sinisa nel cuore. Perché lui ci sarà sempre, fino a quando non lo ritroverò… perché lo ritroverò! E i sorrisi dei miei figli hanno ricreato l’amore che lui ci ha insegnato».

Sono stati 4 anni duri, vissuti spesso in ospedale, racconta, in cui ha visto tante vite appese e vissuto tanti momenti difficili insieme a Sinisa che però non si è mai perso d’animo. «Mio marito una settimana prima di morire ha fatto dieci chilometri di corsa e io mi devo abbattere o cadere nella depressione? No! Continuo a vivere per i miei figli»

I figli, la loro immensa e bellissima famiglia in cui Arianna si è chiusa subito dopo la perdita, una famiglia che ha imparato ad andare avanti senza Sinisa

«Vicky, la più grande, paradossalmente è la più fragile, perché aveva un amore particolare per il padre. Lei dice “Non troverò mai un fidanzato come papà”. Virginia è diventa- ta mamma di Violante e segue il suo compagno calciatore che gioca a Genova: ha trovato una sua strada. Miroslav si sta lau- reando in economia e ha fatto il corso Uefa per il patentino (allena già l’Urbetevere) ha avuto una reazione molto forte. Vuole seguire le orme di suo padre. Dusan mi protegge, è diventato come mio marito: si veste come Sinisa, perché ha la sua stessa taglia, e scarica le tensioni con la boxe. Nicolas, il piccolino, è il mio cucciolo. La sofferenza però resta per tutti».

Arianna alla fine svela l’unico sogno mai realizzato da Mihajlovic

«Allenare la Lazio: avrebbe voluto farlo a tutti i costi, i miei tre figli sono tutti laziali. Questo era il suo sogno nel cassetto».

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