«Non sono contenta perché non sono riuscita a dare il massimo». Il direttore tecnico: «che non vadano d’accordo ormai è scritto sui libri di testo»

Sofia Goggia e Federica Brignone le due star dello sci italiano. In settimana Federica ha vinto due slalom giganti di fila e ha superato Sofia nella classifica di gare mondiali vinte: 23. Poi, Goggia ieri ha vinto il Super G a Saint Moritz e l’ha eguagliata.
Brignone, come riportato dalla Gazzetta, non l’ha presa benissimo anche perché ce l’aveva con sé stessa per un errore al salto che probabilmente le ha fatto perdere il podio: è arrivata quinta.
A proposito, il conto delle vittorie è di nuovo in parità, 23 ciascuna. «Posso dirlo che non me ne frega niente? Per me è un calcolo inutile in questo momento – prova a puntualizzare l’azzurra – non è ciò a cui penso. Io voglio sciare al mio meglio, se lo faccio so che mi gioco le gare, parto per vincere o per fare dei podi. Oggi (ieri, ndr) non mi è venuto e non sono contenta, ma non perché Sofia ha vinto e mi ha battuta, semplicemente perché non sono riuscita a dare il massimo. Io mi arrabbio con me stessa perché fare degli errori del genere non mi piace, noi alla fine gareggiamo contro il cronometro e dobbiamo battere tutte le altre».
Sulla rivalità Goggia Brignone si esprime anche il dt Rulfi
L’ultima parola spetta di diritto al direttore tecnico delle azzurre, Gianluca Rulfi: «Fra di loro c’è profondo rispetto, ma che non vadano d’accordo ormai è scritto sui libri di testo. Certo in allenamento si tirano a vicenda, è una risorsa avere Marta e Federica in gigante più Sofia nelle discipline veloci».
Brignone al Corriere della Sera. Parla del suo futuro, cosa farà quando smetterà (non subito)
«Poi lavorerò con i bambini. A 10 anni hanno il preparatore atletico e il nutrizionista, poi magari non sono capaci di correre né di fare la capriola. Però sanno smanettare perfettamente il cellulare. Che imparino le regole e il rispetto dello sport, invece».
Da La Salle, frequentando le vette d’Europa e del mondo, il cambiamento climatico è più evidente?
«A fine marzo sono andata a fare fondo con mamma: la pista era già chiusa. Mai successo. Quello che fa davvero paura sono i ghiacciai. Vallée Blanche, Deux Alpes, Marmolada, Monte Rosa: li frequento da quando ho 8 anni, non li riconosco più. Ho sempre amato la natura e faccio da sempre attenzione al riciclaggio e al risparmio: è una cosa di famiglia. Anche il mare sta malissimo. Amo gli sport acquatici, faccio surf da onda, sono stata in Indonesia, Nicaragua, Costarica, Messico, Canarie. Dove c’erano i coralli, oggi trovi la plastica. Certo un singolo non riesce a fare la differenza ma una collettività, vivaddio, sì. Bisogna impegnarsi».
Cos’ha Mikaela Shiffrin, la fuoriclasse americana dei record, più di lei?
«È stata intenzionalmente cresciuta per vincere: i suoi genitori hanno creato l’atleta perfetta, in grado di produrre sempre la miglior performance possibile. Lo vedi dalle sue emozioni: prima di riuscire a esultare, ci ha messo anni. Mikaela è granitica, io emotiva. Però non ho la sua impressionante costanza».