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È un Napoli in versione “vorrei ma non riesco”: si crogiola nel possesso e subisce contropiedi

Squadra involuta sotto ogni punto di vista. Ci crede fino in fondo solo Kvara. Il mistero numero uno resta Lindstrom

È un Napoli in versione “vorrei ma non riesco”: si crogiola nel possesso e subisce contropiedi
Ci Napoli 29/12/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Monza / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Khvicha Kvaratskhelia-Patrick Ciurria

Ieri sera si è visto un Napoli in versione “vorrei ma non posso”. O meglio “vorrei ma non riesco“. Il pareggio contro il Monza ha il sapore di un’altra sconfitta che fa male soprattutto sul piano del morale. La squadra campione d’Italia non riesce più a vincere. Che il miracolo Spalletti, perché di miracolo si deve parlare vista la differenza punti rispetto all’anno scorso, non sia più ripetibile lo ha capito persino De Laurentiis. E non era scontato che lo capisse dopo l’estate passata a impersonare un po’ il “The Wolf of Wall Street” del calcio italiano.

Non esistono più i meccanismi che rendevano il Napoli una macchina macina gioco e gol. Ciò che ne rimane è una macchina che si crogiola nel possesso palla e subisce una miriade di contropiedi. Che ieri sera non ci sia scappato il gol è un misto di fortuna e applicazione di Juan Jesus e Rrahmani. Se esistono dei dubbi a riguardo, guardare Colombo che nel primo tempo si fa beffe del brasiliano può essere d’aiuto.

L’involuzione dei giocatori del Napoli

Ma i difensori non sono gli unici involuti del Napoli. Anche lì davanti sembrano giocare le controfigure dell’anno scorso. Solo Kvaratskhelia fa come Tom Cruise e rifiuta qualsivoglia stuntman. E lui che si prende le saccagnate del Monza a destra e a manca. Si sposta sulla fascia e lo buttano giù, entra dentro il campo e lo atterrano. Una, due, tre volte fino a quando Mazzarri non viene espulso. Come sempre la verità sta nel mezzo: polemiche di Mazzarri comprensibili ma sta a lui e al giocatore trovare un altro modo per non subire falli e ispirare di più il gioco. Magari passarla prima?

Però il georgiano è l’ultimo a mollare, per il resto, ieri sera, Gagliardini ha giganteggiato da difensore centrale. L’ex Inter ieri sembrava il Grande Gigante non tanto Gentile con Raspadori, schierato al centro dell’attacco. L’italiano in versione gattino sperduto. Si dimenava, tornava indietro per ricevere palla, poi risaliva. Gestiva palla a destra a sinistra. Assisteva i compagni. Ma di fatto non ha mai tirato in porta.

Dispiace vedere come un numero 9, sì atipico ma pur sempre una prima punta, fatichi a lasciare il segno come invece ha fatto diverse volte fino a poche settimane fa. Non incide più e ispira poco. Un po’ non ha spazio (se ne lamenta anche Simeone). Osimhen è Osimhen, con tutti i pro e i contro che si porta appresso il paperone della Serie A. Senza dimenticare il mistero Lindstrom, ma questo è un altro capito del libro “Napoli 2023/24- storia di un disastro annunciato“.

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