Il Mazzarri emozionato non ha perso l’abitudine di mettere le mani avanti (Zazzaroni)
Colpisce l’umiltà con cui ha ripetuto di aver «studiato il calcio attuale», ha fatto ottime cose anche di recente e le elenca sempre tutte

Torino's Italian coach Walter Mazzarri gestures during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Torino FC at the San Paolo Stadium. Carlo Hermann / Kontrolab
Il Mazzarri emozionato non ha perso l’abitudine di mettere le mani avanti. Lo scrive Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport.
Oggi tornerà a provarci Walter Mazzarri, che ha due anni meno del suo primo avversario, Gian Piero Gasperini, al quale peraltro nessuno ha mai dato del bollito o del poco aggiornato.
Della sua prima conferenza stampa mi hanno colpito in particolare due cose: l’emozione, subito confessata agli stessi giornalisti lasciati dieci anni prima, e l’umiltà con cui ha ripetuto di aver «studiato il calcio attuale», come se fosse appena rientrato da un viaggio di cinque anni su Marte. Ovviamente si è anche sentito in dovere di specificare che «non mi lamento più, sono un altro Mazzarri».
Walter si è difeso senza essere stato attaccato. Non è una novità: non ha perso l’abitudine di mettere le mani avanti perché, per imporsi, ha sempre dovuto faticare il doppio degli altri. Ha spesso pagato l’evidente introversione e la naturale diffidenza, pur avendo fatto ottime cose (le elenca sempre tutte), anche di recente. Dopo le quattro importantissime stagioni napoletane, si è avventurato all’Inter, al Watford, al Toro e a Cagliari, dove ha conosciuto l’unico reale fallimento.
Conclusione di Caressa sempre sul tecnico toscano: «Mazzarri sa giocare a quattro come a tre. Il 4-3-3 può diventare 3-4-1-2. L’importante è scacciare la negatività che lo hanno accompagnato nelle ultime stagioni. Cioè il fatto di sentirsi un po’ di negatività addosso. Questo è l’unico consiglio che gli posso dare. Ma è un grande allenatore che ha fatto cose straordinarie proprio a Napoli, perché il Napoli dello scudetto è nato con Mazzarri. Se riuscirà a non vedere i fantasmi del passato potrà fare ottime cose a Napoli anche perché conosce l’ambiente. È importante che l’approccio della squadra sia immediatamente proficui perché il calendario prevede tanti impegni importanti uno dietro l’atro. La fortuna è che ti puoi esaltare, il rischio è che puoi crollare psicologicamente».