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Diritti tv, Milan e Juventus hanno mollato De Laurentiis: anche loro per Dazn e Sky (Repubblica)

«Col canale di Lega possiamo incassare 4 miliardi», dice Adl con elevato ottimismo. Ormai è isolato. La Serie A incasserà in media 900 milioni l’anno

Diritti tv, Milan e Juventus hanno mollato De Laurentiis: anche loro per Dazn e Sky (Repubblica)
Db Torino 23/09/2018 - campionato di calcio serie A / Torino-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Diritti tv, Milan e Juventus hanno mollato De Laurentiis: anche loro per Dazn e Sky (Repubblica)

Alla fine di una trattativa lunghissima, e a tratti un po’ disperata, oggi la Serie A venderà i suoi diritti tv fino al 2029 a Dazn e Sky. Per Repubblica dall’Assemblea di Lega in programma alle 11.30 arriverà la fumata bianca: 10 partite su Dazn e 3 in co-esclusiva su Sky.

“Tutto come adesso, cambieranno le cifre, però – scrive Repubblica – Ogni anno i club incasserebbero 900 milioni, contro i 940 attuali, più revenue sharing per percentuali di aumento degli abbonamenti”. L’offerta prevede, soprattutto da parte di Dazn, cifre a salire nel quarto e quinto anno”.

C’è però ancora una sacca di resistenza in seno alla Lega, guidata da Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli “punta tutto sul canale della Lega, una svolta storica, che punta a stravolgere i criteri di vendita dei diritti tv del calcio italiano. «Possiamo incassare 4 miliardi», sostiene con un livello piuttosto elevato di ottimismo nelle assemblee. De Laurentiis, sostenuto oggi soprattutto da Iervolino, il collega a capo della Salernitana. Nell’ultima assemblea era riuscito a compattare un fronte di 7 club: abbastanza per far saltare l’assegnazione. Ma rispetto a una settimana fa qualcosa è cambiato. Tanto. Perché di quel gruppo facevano parte anche Juventus e Milan, che nelle ultime ore però sembrano tornate a orientarsi sull’assegnazione. De Laurentiis conta almeno su 2-3 alleati, forse 4: vuol dire che ha bisogno di 2-3 squadre che si rifiutino di assegnare i diritti alle tv, per far passare la propria linea”.

“Servono 14 voti perché i diritti vengano assegnati così, secondo questa strada. E stavolta tutto fa pensare che ci siamo”, conclude Repubblica.

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