Il quotidiano inglese: «Una scelta inattesa l’ingaggio del francese, alcuni dirigenti del Napoli lo hanno appreso da Twitter»

Il Guardian presenta la Serie A e analizza il Napoli di Garcia.
“La pulizia post-scudetto a Napoli ha richiesto più di un mese, le autorità locali hanno riferito di aver raccolto abbastanza striscioni e nastri da coprire la lunghezza di 400 campi da calcio. Ed erano solo quelli appesi in luoghi pubblici. Nei bar, nei ristoranti e nelle finestre delle case, il titolo di campione d’Italia del Napoli dopo 33 anni continuerà ad essere celebrato finché ci sarà gente a ricordarlo. Adesso il Napoli deve difendere la corona. Più facile a dirsi che a farsi: l’Italia ha avuto un campione diverso in ciascuna delle ultime quattro stagioni.“.
Per i tifosi azzurri la vera incognita è Garcia, scelto al posto di Spalletti:
“La decisione di sostituire Spalletti con Rudi Garcia è stata così inaspettata che alcuni dirigenti del club lo hanno appreso dall’account Twitter del proprietario, Aurelio De Laurentiis. Ma dalle prime indicazioni, Garcia farà giocare la sua squadra con una linea meno alta. Un cambiamento di identità per una squadra che spesso ha sopraffatto gli avversari con la un pressing costante. L’ossatura della squadra rimane la stessa dell’anno scorso“. Solo Kim è andato via.
Poi ci sono le altre. Il mercato dell’Inter, secondo Guardian, è stato “talvolta umiliante” ma è l’unica seria candidata a spodestare il Napoli. La Lazio suscita diversi dubbi e il Milan ha il problema di creare un gruppo unito e solido dopo una corposa campagna acquisti.
Juventus e Atalanta hanno altre questioni. L’unico acquisto di peso dei bianconeri è Weah, mentre i bergamaschi sono l’unica outsider possibile. C’è anche la Roma che a 24ore dall’inizio del campionato è orfana di una vera punta di peso.
In definitiva il Guardian si mostra entusiasta per una competizione decisamente incerta:
“La competizione in Serie A potrebbe essere la più aperta e imprevedibile di qualsiasi altro campionato europeo. In parte ciò riflette una perdita di status, la realtà è che anche i principali club italiani non sono in grado di garantire il successo come una volta. La festa a Napoli quest’estate, e tre squadre italiane nelle finali europee della scorsa stagione, sono state solo un dolce promemoria di quanto sia bella l’imprevedibilità“.