Fabrizio Romano al Corsera: «Messi? No, vorrei incontrare la prof dell’Umberto il mio liceo di Napoli»

Il guru del calciomercato: «Col Covid ho capito che passava tutto sui social, guadagno più dalle mie piattaforme che dai media tradizionali»

Fabrizio Romano

Fabrizio Romano, il guru del calciomercato, è stato intervistato dal Corriere della Sera che gli ha dedicato una pagina.

Il Corsera lo descrive così:

Se va avanti così, a colpi di 70mila nuovi follower al giorno su Instagram, tra un anno ne avrà più di Chiara Ferragni. In ogni caso da qualche giorno, come annunciato ufficialmente, il suo è diventato l’account X (l’ex Twitter) più influente al mondo con ben 4,2 miliardi di interazioni tra commenti, like e repost (più di Elon Musk, fermo a 2,7!). Parliamo di Fabrizio Romano, nato a Napoli nel febbraio di trent’anni fa, «guru» del calciomercato internazionale.

A 20 anni era già in onda su Sky: come ci è arrivato?

«Devo tutto a Gianluca Di Marzio, che mi portò nella squadra del suo sito e poi a Sky, e Luca Marchetti, che non mi trattò mai come un ragazzino: mi hanno insegnato il mestiere e sarò loro grato per sempre. Il primo giorno a Sky mi mandano a seguire la presentazione di Mauro Icardi all’Inter. Mi chiedono di fare foto e video, io però avevo un contatto nel suo entourage e torno con un’intervista esclusiva. Per me era il paese dei balocchi. Da lì per anni, d’estate e d’inverno, tutti i giorni, sono stato in giro tra hotel e ristoranti a cercare agenti, direttori sportivi, intermediari. Uscivo di casa la mattina e tornavo a mezzanotte. Ho conosciuto centomila persone. È stata la mia fortuna, il segreto di tutto».

È vero che a Sky ha rifiutato l’assunzione?

«Io volevo fare solo il calciomercato, e quando dopo diversi contratti estivi e invernali mi hanno proposto di restare in redazione a occuparmi anche di altro ho preferito seguire un percorso diverso. Non per arroganza ma non so niente di vela o di Formula 1, mi sembra di perdere la concentrazione. È stata una scelta un po’ incosciente: sono uno molto istintivo. Non tutti l’hanno capita, ma siamo rimasti in buoni rapporti».

Oggi collabora con il «Guardian» e la «Cbs», e sui social pubblica notizie solo in inglese.

«Volevo esportare a livello internazionale il nostro modo “ossessivo” di seguire il calciomercato, in posti come l’Inghilterra dove si affidavano solo a quello che dicevano gli uffici stampa delle società. La svolta è stata il Covid: lì mi sono accorto che il mondo dei social stava diventando tutto per le persone e dovevo puntare su quello. La differenza per me l’hanno fatta l’ossessione e le lingue. Non le ho imparate sui libri ma scrivendo e leggendo, mi sono buttato».

È diventato ricco?

«Guadagno molto più dalle mie piattaforme, cioè Instagram, TikTok e soprattutto YouTube, che dai media tradizionali. Non direi che sono ricco: sto bene, ho una casa in centro a Milano, sono tranquillo».

Ha tempo per se stesso?

«Il mio momento è la notte: dopo l’una metto a oltranza le canzoni di Paolo Conte, che grazie a mio papà ascolto sin da bambino, e stacco. Amo i documentari di storia e le vicende vere: non ho Netflix, preferisco i diari di viaggio di Cristoforo Colombo. E mi piace da sempre la filosofia, grazie alla mia prof dell’Umberto I di Napoli, il liceo che mi ha formato e cambiato la vita. Vorrei incontrarla, non ci sono ancora riuscito: se mi chiedessero di scegliere tra un caffè con lei e uno con Messi, sceglierei lei. Un altro dei sogni che avevo era occuparmi di mafie: le studio ancora, appena riesco».

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