Senza Tare, pensava di decidere lui. Invece s’è ritrovato un “Tarito”, un Lotito “diesse”. Non ha parlato la sera della presentazione

Sarri e Lotito come Sarri e De Laurentiis quando il toscano allenava il Napoli. I tifosi della Lazio sono tutti con lui e al presidente hanno cantato “caccia i soldi”. Un remake per chi segue le cose di casa Napoli.
Scrive il Corriere dello Sport:
Ci ha creduto Sarri, anche se per poco. Ha creduto che senza l’ex diesse Tare avrebbe avuto carta bianca sul mercato, che Lotito l’avrebbe insignito del ruolo di allenatore-manager, che l’avrebbe eletto “Ferguson della Lazio” e che con i 50 milioni della Champions e i 40 ricavati dalla cessione di Milinkovic avrebbe potuto costruire una Lazio da vertice. Invece s’è ritrovato un “Tarito”, un Lotito “diesse”, l’ha relegato al titolo di «direttore d’orchestra» sottolineando che «nella Lazio decido io e firmo io» e che «i giocatori li scelgo io». Sarri, dopo queste sparate, si è chiuso in rumorosi silenzi. Non ha parlato nella notte della presentazione, la più minimale degli anni vissuti ad Auronzo. È stato l’ennesimo segnale, dentro i silenzi ci sono le sue inquietudini. S’aspettava un mercato più ricco e veloce, la sostituzione immediata di Milinkovic.
I punti di divisione con Lotito adesso sono principalmente due. Sarri ha chiesto e continua a chiedere Zielinski e Berardi.
Sarri fa trapelare da giorni la sua insoddisfazione, i rumors spaventano i tifosi. Lo fa da due anni, più volte ha minacciato di andare via, è stato solo un modo per scuotere Lotito.