Quindi il problema della Ferrari non era Binotto?

Disastro a Miami. Leclerc e Sainz sfiduciati, l'unico meno pessimista è Vasseur: «Siamo più o meno sullo stesso passo degli altri, tranne la Red Bull»

Binotto Ferrari

Budapest (Ungheria) 31/07/2022 - gara F1 / foto Scuderia Ferrari Press Office/Image Sport nella foto: Mattia Binotto

Ancora dominio Red Bull, questa volta, a Miami. Un’altra doppietta per il team principal Horner che si è spinto a dire, a fine gara, «dov’è finita la concorrenza?». Dov’è finita la Ferrari? Anche senza Binotto, che sembrava riassumere in sé tutti i mali del Cavallino, le cose vanno male, persino peggio dello scorso anno.

E come dargli torto se dietro di loro c’è solo Alonso. A quarant’anni suonati è l’unico che, se pur per brevi tratti del gp, può impensierire un minimo il campione del mondo in carica e Perez. Attenzione: non l’Aston Martin, né Lance Stroll, ma Fernando. Per Stroll junior solo un 12° posto.

Il campionato sembra piuttosto indirizzato. Sembra una questione di famiglia. Perez proverà a strappare lo scettro al compagno di squadra, ma Verstappen sta diventando un cannibale. Non lascia nulla al caso, attacca, calcola i rischi, affonda il colpo e vince.

La Ferrari continua a rimanere un rebus inspiegabile. Le speranze si riducono gran premio dopo gran premio. E a sentire le parole dei piloti, la situazione è piuttosto preoccupante. Non un barlume di miglioramento, nessun upgrade veramente significativo. Zero cambio di prestazione. Leclerc aveva l’attenuate del dolore al collo, causato dalla collisione al muro in qualifica. Tutta sua la responsabilità visto che ha voluto una macchina più veloce ma meno stabile.

Ma anche sul dritto, sulla velocità, la Ferrari paga dazio anche in confronto alla Hass, scuderia che dalla Ferrari ha comprato dei componenti.

Leclerc, arrivato settimo a Miami, preoccupa di più. Sembra molto sfiduciato:

«Abbiamo tanto lavoro da fare. La macchina ha dei picchi, ma appena non sei nelle condizioni ideali è difficile. All’inizio con le medie non riuscivo a girare la macchina e questo mi ha condizionato. E’ andata meglio sulle hard, ma serve più costanza in gara. La macchina saltava e toccavo terra più che nel resto del weekend. La finestra delle nostre gomme è piccola. La situazione è difficile da capire, in qualifica sei davanti mentre in gara sei costretto a far passare gli altri».

Sainz invece sembra avere la situazione maggiormente sotto controllo, quinto posto per lui:

«Abbiamo fatto uno stint buono con la media, anche migliore dell’Aston Martin. Poi siamo andati male con la hard, dobbiamo capire perché c’è tutta questa differenza di rendimento. Non capiamo come mai in gara fatichiamo così tanto. A Barcellona proveremo anche ad andare in un’altra direzione per capire se può aiutare col passo gara».

Infine il team principal della casa di Maranello, Fred Vasseur, che continua a mostrare fiducia per il futuro:

«Le qualifiche sono state buone, oggi siamo stati molto incostanti. Dobbiamo capire perché siamo così incostanti. Non è una questione di aggiornamenti o potenziale, dobbiamo concentrarci sulla costanza, gli aggiornamenti a Imola non sono il punto principale. La Red Bull? Quello che sorprende è il cambiamento che c’è tra qualifica e gara, se guardiamo i distacchi con gli altri siamo più o meno sullo stesso passo, mentre la Red Bull vola».

Di seguito l’ordine di arrivo dei primi 10:

  1. Max Verstappen (Ola/Red Bull)
  2. Sergio Perez (Mex/Red Bull)
  3.  Fernando Alonso (Spa/Aston Martin)
  4. George Russell (Gbr/Mercedes)
  5. Carlos Sainz (Spa/Ferrari)
  6. Lewis Hamilton (Gbr/Mercedes)
  7. Charles Leclerc (Mon/Ferrari)
  8. Pierre Gasly (Fra/Alpine)
  9. Esteban Ocon (Fra/Alpine)
  10. Kevin Magnussen (Dan/Haas)

 

 

 

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