Marotta: «Un premio per il quarto posto in campionato? Non si motivano i giocatori pagandoli»
A Sky: «I giocatori devono essere professionali, se bisogna sollecitarli economicamente per raggiungere un obiettivo alla loro portata è deprimente»

Ferrara 16/07/2022 - amichevole / Inter-Monaco / foto Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta
Nel prepartita di Benfica-Inter, partita valida per il ritorno dei quarti di finale di Champions League, ai microfoni di Sky Sport l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta.
«La vicinanza del pubblico è fondamentale ma poi in campo vanno i giocatori che devono avere gli stimoli giusti. I due gol non bastano, ci vuole una prestazione di alto livello».
E’ il momento per fare una valutazione? Marotta:
«Per la valutazione a se stante è qualcosa di straordinario essere qui, nessuno poteva immaginare a inizio stagione di stare qua a giocarsi una qualificazione importante, è merito della squadra e dell’allenatore, visto che ci siamo è giusto che ci mettiamo la motivazione. Oggi dobbiamo capire cosa significa l’attaccamento alla maglia e regalare agli splendidi tifosi che abbiamo qualcosa di straordinario che ci manca da 13 anni».
Per il campionato stavate pensando di incentivare in maniera economica le motivazioni mancate in stagione? Marotta:
«E’ chiaro che oggi l’analisi ci vede, valutando la Coppa Italia e la Champions, in una condizione che non avevamo previsto e preventivato, qualcosa di straordinario e positivo, in campionato è un po’ più difficoltoso e ci trova in un aspetto deficitario. Dobbiamo trovare continuità anche in campionato, la forza della squadra è valutata da tutti positivamente e questa è una lacuna che dobbiamo colmare. Inzaghi lo sta facendo nel migliore dei modi, chiaro che far fronte a tre competizioni è uno stress per i giocatori ma dobbiamo onorare la serata con spirito di attaccamento ai nostri colori. Sarebbe un aspetto negativo dare uno stimolo economico, i giocatori devono essere professionali, se dobbiamo sollecitarli economicamente per raggiungere un obiettivo alla loro portata e che rappresenta una gratificazione per la fiducia che gli interisti ci hanno dato sarebbe una cosa deprimente. Appena arrivato ho eliminato i premi per la qualificazione nei primi 4 posti, l’Inter deve esserci sempre, poi se gli altri saranno stati più bravi di noi tanto di cappello, ma non si possono creare motivazioni pagandoli».
La scorsa partita, al termine, ha salutato Inzaghi. Marotta:
«Dietro le quinte saluto sempre Inzaghi, a fine partita mi sembra giusto ringraziare i giocatori e l’allenatore per quello che fanno».
Marotta ha parlato anche a Sport Mediaset, in particolare del futuro di Lukaku.
«Il ritorno al Chelsea è scritto nelle carte, la cessione temporanea scade il 30 giugno. Davanti abbiamo ancora due mesi, dovremo fare valutazioni. Lukaku ama l’Inter e questo aspetto è molto importante, ma deve esserci anche la volontà dell’altra squadra di aprire una discussione che faremo semmai a tempo debito».
Queste, invece, le parole di Marotta a Prime Video.
Le speculazioni sul futuro societario hanno condizionato il lavoro della squadra e in qualche modo il suo?
«No perché il club ha messo l’area sportiva di lavorare nel migliore dei modi supportando ogni attività. Non c’è nessun alibi ma la consapevolezza di essere attori protagonisti di un avvenimento straordinario. Sta ai giocatori vincere e trovare la qualificazione».
Marotta sul futuro di Inzaghi:
«Non voglio pensarci. Siamo concentrati su questo momento e sappiamo che il ruolo dell’allenatore è oggetto di bersagli e critiche ma noi siamo in grado di valutare l’operato nel migliore dei modi. Dobbiamo lavorare sul presente lasciando lavorare con tranquillità l’allenatore».
Su un possibile derby col Milan in semifinale:
«Sarebbe eventualmente una grande emozione perché una stracittadina che vale una finale di Champions è una cosa che ci porta indietro nel passato ma soprattutto è un biglietto da visita spendibile per l’Italia, Milano e del calcio in generale».