Barbano: Spalletti è un artigiano e uno scienziato, incarna l’epifania manifatturiera del Napoli

Sul CorSport. Simboleggia l'impresa del fare, un’organizzazione produttiva capace di far interagire genio, ragione e altruismo.

Gazzetta spalletti

Napoli's Italian coach Luciano Spalletti arrives prior to the start of the Italian Serie A football match between Lecce and Napoli at the Via del Mare stadium in Lecce on April 7, 2023. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Sul Corriere dello Sport, Alessandro Barbano scrive dell’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, definendolo l’ultimo degli artigiani e il primo degli scienziati. Il tecnico simboleggia l’epifania manifatturiera del Napoli, l’impresa del fare.

Barbano scrive:

“A dispetto del lessico anarchico e della sintassi zoppicante, Spalletti è uno scienziato. E uno scienziato non crede alla maledizione del gatto nero. Quando trattiene il fiato, lo fa perché la parola impronunciabile varrebbe, insieme con l’anticipazione della gioia, anche la fine di quella tensione emotiva e nervosa che lui condivide con la squadra. E che merita una protezione sacrale. Ma è reticente anche perché tratta con i giornalisti come il medico con i pazienti, a cui si spiega il dovuto, ma niente di più del dovuto. È un retaggio artigianale che convive con l’anima razionale e scientifica dell’uomo, quella che sottopone le sue creative intuizioni alla verifica dei match analist. E lo esorta, stavolta violando la sua reticenza, a difendere il pressing aggressivo sulla tre-quarti avversaria che gli è costato tre capitomboli con il Milan, ma anche il successo di Torino”.

E ancora:

“Nel suo essere l’ultimo degli artigiani e il primo degli scienziati, il tecnico azzurro incarna il meglio del vecchio e del nuovo del calcio. E simboleggia nel modo più efficace questa epifania del Napoli, che è, come abbiamo già avuto modo di dire, manifattura, cioè impresa del fare. Il “fatto” tanto atteso sarebbe, con perfetta aderenza logica, il participio passato del fare, cioè il prodotto di un’organizzazione produttiva capace di far interagire genio, ragione e altruismo. Vuol dire che il successo del Napoli è anzitutto sinergia. Spalletti lo spiega con parole sue, quando dice che «la qualità della squadra non coincide con la somma algebrica delle qualità individuali dei calciatori». Perché c’è un moltiplicatore di fiducia e di empatia che, dal chiuso dello spogliatoio, si è disperso nell’aria della città, come una nebbiolina scintillante trasportata dal vento. Per vederla, basta guardare Napoli dall’alto nella notte della vigilia: dalla collina di Posillipo al Molosiglio è un presepe illuminato. Ogni luce stanotte è una speranza stupenda”.

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