Abete su Euro 2032: «Uefa interessata. Serve impegno sugli stadi»
Abete: «Abbiamo un appuntamento a cui la Federazione e il presidente Gravina tengono in maniera particolare»

Questa mattina Giancarlo Abete, presidente della Lega Nazionale Dilettanti ed ex vicepresidente della Uefa ha rilasciato delle importanti dichiarazioni sulla concreta candidabilità dell’Italia ad ospitare gli europei del 2023. Abete ha parlato di questa importante opportunità a margine del rinnovo della partnership con Macron
«Euro 2032? Noi abbiamo un appuntamento a cui la Federazione e il presidente Gravina tengono in maniera particolare. Lo stesso Gravina ha rappresentato quanti fossero stati gli stadi fatti in Europa negli ultimi anni e quale fosse stato il contributo dell’Italia, che è stato abbastanza limitato. Chiaramente è un’area fondamentale ma è altrettanto vero che insieme allo sforzo di politica sportiva, per portare avanti una candidatura, dato che la Uefa è molto attenta anche ai contenuti sostanziali oltre che ai sistemi relazionali, bisogna portare delle assunzioni di impegno importanti».
L’obiettivo per Abete è chiaro: essere aperti e disponibile a candidare l’Italia ad Euro 2032.
«L’obiettivo è di essere sempre aperti perché sappiamo che esiste una clausola di consenso e se non si rimuove diventa tecnicamente impossibile fare qualunque tipo di riforma. Starei attento a non fare un discorso di numeri a livello di sistema professionistico: il problema non sono le 10 o 20 società in meno, la questione è di rapporti tra leghe e di gestione perché in una società bisogna saper organizzare i conti economici»
Giancarlo Abete si è poi soffermato su un importante problema: in Italia ci sono sempre meno società professionistiche.
«L’impostazione che è stata data dalla Federazione è collegata alle condizioni di sostenibilità e non a un mero problema di numeri. Oggi abbiamo tre categorie professionistiche, nel tempo c’è stata una riduzione del numero delle società professionistiche che sono ancora 100. A questo punto il problema riguarda più che altro il meccanismo di promozioni e retrocessioni perché ci sono situazioni particolarmente impegnative per chi retrocede e in generale per i livelli di sostenibilità del sistema professionistico».