Manfredi: «Lo scudetto sia una gioia, senza deturpazione dei monumenti di Napoli»
Al Fatto: «Napoli ha dato lezione di talento gestionale, lo scudetto ripara un deficit reputazionale, rende la città più internazionale»

Napoli 08/03/2023 - firma del protocollo d'intesa Ministero Beni Culturali e Comune di Napoli / foto Image nella foto: Gaetano Manfredi
Sul Fatto Quotidiano Antonello Caporale intervista il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Già nell’incontro straordinario in Prefettura all’indomani della guerriglia urbana post Napoli-Eintracht, Manfredi aveva lanciato un appello ai tifosi napoletani, chiedendo loro di non imbrattare la città di azzurro in caso di vittoria, molto probabile, dello scudetto da parte della squadra di Spalletti. Anche al Fatto esprime la sua preoccupazione.
«Quando ho visto la statua di piazza Mercato colorata d’azzurro ho immaginato il peggio».
Il sindaco di Napoli teme lo scudetto? Manfredi:
«Ma che dice? Lo scudetto è la grande catarsi. Una città abituata ad inseguire e a difendersi ora primeggia, troneggia e soprattutto dà lezioni di gioco, di stile, e anche di talento gestionale. Kvaratskhelia, Kim da dove li abbiamo presi?».
Eppure è terrorizzato dal sacco vandalico figlio della gioia inconsulta e cafona.
«Sono impaurito dal fatto che la gioia si trasformi in corrida e la corrida in oltraggio ai nostri monumenti. Perciò ho invocato la sospensione delle attività di colorazione. I monumenti, le statue, le fontane lasciamole al loro marmo, alla loro bellezza».
Napoli col calcio porta avanti una sua particolare autonomia differenziata dal resto d’Italia.
«Il club mi sembra meglio organizzato degli altri competitori, il management più accorto, la qualità degli acquisti più oculata».
Manfredi è accusato di fare poco in città. Si difende e rilancia:
«Da qui a maggio venticinque chilometri di strade asfaltate per bene, e a seguire i grandi lavori per la villa comunale e il virgiliano. Con il Pnrr Napoli avrà cento bus nuovi e cinquanta scuole nuove. Le cose si faranno ma soprattutto si vedranno».
Sempre se la gioia per lo scudetto non sfascerà Napoli.
«I napoletani sono attenti e sanno che i monumenti sono ricchezza per tutti. La gioia si può esprimere in tanti modi. Propongo di fare installazioni creative, artistiche, striscioni ovunque. Dobbiamo ingaggiare una battaglia per la creatività».
Manfredi è per sua stessa ammissione juventino. Ma al Fatto parla di una semplice simpatia.
«Premetto di essere stato sempre tifoso moderato. Vivendo a Nola, città appena fuori Napoli, sostenevo quella squadra che aveva i colori bianconeri, da qui un trasferimento di simpatia. Ma niente più».
Rivendica una partecipazione scaramantica allo scudetto che il Napoli sta per appuntarsi al petto.
«Ogni domenica mi trova allo stadio e, senza voler fare il gradasso, la squadra vola. Siamo scaramantici e quindi faccia lei il conto».
Il calcio la mette sul trono proprio quando il Parlamento vota una riforma – l’autonomia differenziata –che retrocede la città. L’avete chiamata la secessione dei ricchi.
«C’è un paradosso perché lo sport non è solo una navetta popolare verso la felicità di un momento ma anche il trasformer sociale, una miccia che accende tante distinte energie. Noto che le vittorie calcistiche si allineano ai successi del turismo culturale. Napoli è piena di turisti ogni mese dell’anno, e trova ricchezza, riscatto, anche forza economica».
Manfredi promette spese per Napoli.
«Ora abbiamo la forza di spendere qualcosa, perché prima era interdetta ogni attività di tutela del decoro, di manutenzione. Abbiamo liberato sul nostro bilancio circa 50 milioni di euro con i quali facciamo fronte alle necessità e alle urgenze».
I bus fanno piangere.
«Sostituiremo tutto il parco macchine».
Lei teme che Napoli sia sempre un po’ alticcia, troppo esagerata nelle emozioni.
«Io temo il fuoco d’artificio perché ti fa sognare ma un attimo dopo scompare. Non voglio assistere a quelle gioie esagerate che esondano poi nella volgarità e soprattutto sono regine dell’effimero».
Lo scudetto è anche un appuntamento politico?
«Ripara un deficit reputazionale, rende Napoli più seducente, attraente, internazionale. Sarà una grande conquista».