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Ken Bates: «Abramovich voleva Regent’s Park, poi ha saputo che era della regina»

L’ex presidente del Chelsea ricorda la cessione al magnate russo: «Indossava solo jeans e una camicia, voleva fare di Regent’s Park un campo di allenamento del Chelsea»

Ken Bates: «Abramovich voleva Regent’s Park, poi ha saputo che era della regina»
Imago Londra (Inghilterra) 09/05/2010 - Premier League / Chelsea-Wigan / foto Imago/Image Sport nella foto: Roman Abramovich ONLY ITALY

A luglio 2023 saranno passati 20 da quando la Premier League è cambiata per sempre e il momento in cui è successo corrisponde con l’acquisizione del Chelsea da parte di Roman Abramovich. A ricordarlo sulle proprie pagine è il Telegraph che ha rilasciato un’anteprima dell’intervista fatta a Ken Bates, il vecchio presidente del club di Londra.

Bates è stato proprietario del Chelsea dal 1982 al 2003, quando lo cedette al magnate russo.  Lo stesso ricorda alcuni curiosi aneddoti su Abramovich che ha acquistato il club senza nemmeno aver visto prima lo Stamford Bridge. Tra l’altro il magnate russo puntava a rilevare il Manchester United, ma l’affare si rivelò complicato e molto lento per gli standard di Roman.

Nelle tre ore del podcast Blueprint, “Bates discute alcune delle sue decisioni più importanti e controverse durante i 21 anni alla guida del Chelsea dopo aver acquistato il club per £1 nel 1982“.

Il buon vecchio Bates lo ha rivenduto a 140 milioni di sterline. Un’affare per lui e anche per Abramovich che del Chelsea ne fece uno dei club più importanti di Inghilterra. Fra gli aneddoti più curiosi c’è quello sul campo di allenamento:

«Abramovich voleva creare il campo di allenamento del Chelsea a Regent’s Park, finché non ha saputo che era di proprietà della regina».

O ancora il racconto della trattativa di vendita con Abramovich:

«Ci siamo incontrati al The Dorchester al bar. Ricordo le persone che erano sedute lì sul divano, di fronte al bar, ad osservare. Poi c’è stato movimento davanti la porta quando due persone sono entrate. Fu allora che Trevor (Birch, all’epoca amministratore delegato del club, ndr) mi disse ‘Questi sono loro’. Ho notato allo stesso tempo che quelle due persone si sono alzate dal divano e si sono avvicinate a noi con Abramovich. Certo, quegli uomini erano la sicurezza».

Bates continua:

«Quindi ci siamo incontrati tutti, ci siamo stretti la mano e poi abbiamo discusso del Chelsea per un paio d’ore. Indossava solo jeans e una camicia, quella è la sua uniforme da miliardario, anche se all’epoca non sapevo che fosse un miliardario. Abbiamo consumato insieme un pasto leggero, abbiamo discusso del Chelsea e stretto la mano sull’affare – e quella sera abbiamo concordato la vendita. Poi ci siamo incontrati a Stamford Bridge alle 8:30 del mattino e tutto è stato risolto entro le 14:00, abbiamo fatto firmare i documenti. È così che faccio affari. Lo abbiamo fatto, poi lo abbiamo annunciato».

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