La Nacion esalta Musetti: «Un creativo per cui è un piacere pagare il biglietto»
L'intervista: "Il segreto del rinascimento del tennis italiano è la Federazione che aiuta i team privati. Prima non lo facevano"

Italyís Lorenzo Musetti serves during the men's single semi-final tennis of the Davis Cup tennis tournament match between Italy and Canada at the Martin Carpena sportshall, in Malaga on November 26, 2022. (Photo by Thomas COEX / AFP)
“Lorenzo Musetti è uno di quei creativi della racchetta per cui è un piacere comprare un biglietto”. L’incipit che La Nacion dedica al tennista toscano nel pezzo-intervista che gli dedica sta diventando una dolce dannazione. All’estetica ora devono seguire i risultati. Intanto Musetti è top 20 e “gioca – sempre parola della Nacion – da un paio d’anni nella super-elite con naturalezza e disinvoltura tecnica, con slancio e ingegno. È anche una delle massime espressioni del tennis italiano che sta vivendo una rinascita dopo Nicola Pietrangeli, Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci”. Amen.
Lui si racconta così, alla stampa argentina: “Mio padre, Francesco, lavora in un’industria del marmo, ma come operaio. Mia madre, Sabrina, non ha mai lavorato nel tennis; ha fatto come segretaria. In città tutto ruota intorno al marmo, ovviamente. È la più grande fonte di reddito. Abbiamo la fortuna di avere cave di marmo e siamo famosi in tutto il mondo”.
Musetti si sente parte del rinascimento del tennis italiano: “Al momento stiamo scrivendo la storia del nostro Paese e siamo molto orgogliosi di ciò che sta accadendo. Adesso ci sono tante persone che seguono il tennis, che si informano, che si documentano e che di tennis, per dirla in qualche modo, mangiano. Abbiamo Jannik, Matteo, Sonego, Fabio, Simone Bolelli. E ci sono tanti altri giovani che sono fuori dalla Top 100 ma vicinissimi ad entrare. Ci sono anche molte donne che si distinguono nel circuito. È un momento storico per il tennis italiano e la gente lo sente e lo vive molto. Penso che quest’anno, a maggio, il torneo di Roma sarà incredibile. E il futuro sarà ancora migliore“.
Il segreto? “Penso che la parte più importante sia che la federazione italiana aiuta molto i team privati dei giocatori e questa è una cosa che, nella storia, non era stato possibile perché non c’erano molti soldi o perché avevano un’altra strategia di investimento. Nel mio caso, mi hanno aiutato da junior. Inoltre, avevamo la possibilità di svilupparci a casa nostra, non soffrire il distacco e andare di tanto in tanto al centro nazionale di Tirrenia. Mi hanno dato un preparatore fisico, fondamentale per la mia crescita. Nel mio caso ero a 40 minuti dal centro nazionale, più comodo che per altri, ma è stato un vantaggio per tutti. Era la combinazione ideale per vivere, crescere, studiare, potenziarsi…”.