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Joao Felix: «Non capisco le critiche a Vinicius. Forse dipende dal fatto che è migliore degli altri»

Ad As: «Il calcio è cambiato, è normale che i calciatori siano pagati anche 110 milioni. Simeone? Mi ha insegnato a gareggiare soffrendo» 

Joao Felix: «Non capisco le critiche a Vinicius. Forse dipende dal fatto che è migliore degli altri»
Doha (Qatar) 24/11/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Portogallo-Ghana / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Joao Felix ONLY ITALY

Su As una lunghissima intervista a Joao Felix. E’ la prima volta che ne rilascia una da quando è diventato un giocatore del Chelsea. Racconta di trovarsi molto bene a Londra, che è una bella città e che anche il centro sportivo del club gli piace molto. Parla dell’organizzazione del club.

«Un grande club, lo sappiamo tutti. Le strutture sono molto buone, hanno tutto. Ha molte persone intorno alla squadra, quindi va tutto bene e questo fa la differenza. È molto ben strutturato».

È uno dei club più ricchi d’Inghilterra. Joao Felix:

«Si vede chiaramente, per gli acquisti e per il resto. Il club sta cambiando anche al suo interno, con nuove persone che stanno entrando. Si può dire che è un club che ha molti soldi».

Come sei stato accolto dalla squadra?

«Bene. E’ stato diverso da quando sono arrivato all’Atletico, perché ero molto più giovane, avevo 19 anni. Qui, a 23 anni, mi sono integrato. Conoscevo alcuni colleghi e questo ha reso tutto più facile».

Nello spogliatoio ci sono diversi giocatori spagnoli, come Azpilicueta, Kepa e Cucurela. Joao Felix racconta che lo hanno aiutato molto. In questo mercato invernale è arrivato anche Enzo Fenràndez, pagato 121 milioni. Ti ha sorpreso il pagamento? Joao Felix:

«Sta diventando sempre più normale che vengano pagati importi come questi. Il calcio è cambiato ed è normale che vengano pagati 80, 90, 100, 110 milioni. Si merita i soldi perché è un giocatore giovane, molto bravo e ha molti margini di miglioramento. Sicuramente sarà uno dei migliori centrocampisti di Europa».

Sull’espulsione al 58’ della sua prima partita contro il Fulham:

«Stavo facendo una bella partita, ma è il calcio. Queste cose succedono. E’ come sbagliare un gol o un rigore. Mi hanno dato un cartellino rosso, dobbiamo sapere come affrontarlo. Il mondo non mi è caduto addosso, sono cose a cui dobbiamo essere abituati. Certo, il giorno del debutto fa più effetto, ma ero tranquillo perché le cose andavano bene e sono fiducioso delle mie capacità».

Perché hai deciso di lasciare l’Atletico? Joao Felix:

«Stavo già cercando un cambiamento qualche tempo fa, perché era difficile abituarmi al modo di giocare della squadra. Me ne sono andato perché la mia testa era già piena per aver provato così tanto e non essere stato in grado. Penso sia stato un bene per l’Atletico e per me».

Su Simeone:

«Tutti lo conoscono, tutti sanno cosa ha vinto. È un ottimo allenatore, ha il suo modo di intendere e vedere il calcio che gli altri non hanno. Questo è un bene per alcuni e un male per altri. Dipende da ciascuno. Ma ha i suoi pregi e questo lo rende un buon allenatore».

Ti sarebbe piaciuto avere maggiore fiducia da parte sua? Joao Felix:

«La fiducia deve venire anche dal giocatore. Non all’inzio, ma il terzo anno ho sempre avuto la massima fiducia. Poi è lgico che il mister abbia più fiducia in alcuni che in altri, è una cosa normale».

Dice che Simeone lo ha reso un giocatore migliore:

«Ho sempre gareggiato per vincere. Quello che ho imparato è competere in un modo diverso a cui non ero abituato. Ho sempre voluto vincere più di tutti, ma lì ho imparato a gareggiare in modo diverso. Soffrendo in campo. Il suo modo di competere è soffrire, avere un’opportunità e sfruttarla. Non è male, ma è diverso sdagli altri allenatori. Mi ha insegnato a soffrire in campo».

Pensi che sarà l’ultimo anno di Simeone all’Atletico?

«Non lo so, ogni anno si dice che se ne andrà ma non se ne va mai, quindi non credo più a quello che viene detto. Lo sapremo a giugno».

Il fatto di aver giocato infortunato per diversi mesi ha inciso sul tuo rendimento? Joao Felix:

«Sì, ha influenzato il mio gioco, perché non mi sentito a mio agio. Ma ho sempre cercato di aiutare la squadra, sapevo che era un anno importante, stavamo facendo un ottimo campionato e avevamo tutto per vincere. Dopo la fine della stagione mi sono operato e il dolore è scomparso. Ho giocato con il dolore da novembre fino alla fine della stagione. Non sapevo che cosa avevo, avevo solo dolore, non sapevo di avere un osso rotto. L’ho scoperto solo a fine stagione, quando sono andato da un famosissimo medico dei piedi».

Ti sei mai pentito di aver firmato con l’Atletico?

«No, non me ne pento. È stato molto bello per me lasciare il Portogallo, evolvermi, fare nuove esperienze, conoscere nuovi giocatori e allenatori. Mi ha fatto crescere».

I 127 milioni che l’Atletico ha pagato per te ti hanno fatto sentire sotto pressione?

«Niente, zero. Si è parlato molto del prezzo, ma non mi è mai importato. Non penso tutti i giorni a quanto sono costato, devo fare solo il mio lavoro. Se l’hanno pagato, bene, ma non è un pensiero fisso nella mia testa».

Cosa pensi dell’argomento Vinicius?

«Non capisco le critiche a Vinicius. Forse è perché è migliore degli altri, forse perché dribbla come gli altri non riescono a fare, perché è più veloce degli altri, fa gol, assist? È in un ottimo momento e sembra che tutti siano contro di lui. Sono suo amico, ci parlo e mi piace il suo calcio. È divertente, non capisco tutte quelle critiche. Penso che sia ingiusto perché non è vero che provoca con quei dribbling. È il suo calcio. Il calcio non è solo passare, calciare, rincorrere l’avversario, difendere. Deve avere un po’ di dribbling, di magia, che purtroppo invece è sempre meno. Dicono che provoca, ma non credo che lo faccia. I giocatori si arrabbiano, ma non dovrebbero. È un peccato che si metta in mezzo il razzismo. Ci sono modi per criticare senza toccare quell’argomento».

Sei il giocatore della Liga che ha subito più gialli. Pensi che gli arbitri vi dovrebbero tutelare di più? Joao Felix:

«Quando è fallo gli arbitri devono fischiare per proteggere, però a volte non lo fanno. Il bello del calcio sono quei giocatori che palleggiano e che hanno della magia. Gli arbitri dovrebbero proteggerli di più. Non dico che gli arbitri spagnoli siano cattivi, non ho niente contro di loro. Solo contro Gil Manzano che mi ha espulso contro l‘Atletico (ride, ndr), ma gli arbitri dovrebbero proteggerci di più per salvaguardare lo spettacolo».

Ti piace il Var?

«Non molto. Ha portato meno errori al calcio, ma il calcio è fatto di errori. Proprio come i giocatori commettono errori, anche gli arbitri a volte sbagliano. Questo è il calcio. Altrimenti tra qualche anno sarà come il basket. Il calcio senza Var sarebbe più emozionante, avrebbe errori che generano polemiche».

Sulla nazionale portoghese: come ha affrontato il gruppo la sostituzione di Ronaldo nella partita contro la Svizzera? Joao Felix:

«Siamo rimasti un po’ sorpresi perché non è normale vedere Cristiano in panchina, ma è stata una decisione del mister. Cristiano ha reagito molto bene perché eravamo tutti legati alla squadra e senza brutte facce. La sua reazione è stata molto positiva per tutti gli altri perché ci ha dato fiducia e l’idea che eravamo tutti assieme. È stato molto buono con noi e ha continuato ad aiutarci in tutto».

Sei rimasto sorpreso che sia andato in Arabia?

«No, perché in Europa non aveva più niente da guadagnare. Ha scritto il suo nome nella storia e ora lo scriverà anche nella storia dell’Arabia, gli auguro il meglio».

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