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Jankto e lo scalpore per l’ultimo “primo” calciatore gay, sono tornati i rabdomanti di omosessuali

Jankto è “il più famoso finora”, come Daniels era il “primo inglese” e Cavallo il “primo in attività”. Fashanu fu il “primo” e basta. Nel frattempo li indicizziamo manco fossero evasori fiscali

Jankto e lo scalpore per l’ultimo “primo” calciatore gay, sono tornati i rabdomanti di omosessuali
Mg Genova 07/03/2021 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jakub Jankto

L’ultima volta che aggiornammo questo pezzo era maggio 2022. Jake Daniels era “il primo” calciatore inglese in attività a fare coming out. Era l’ultimo di altri “primi” (la solitudine dei numeri primi è una balla): l’australiano Cavallo, o il precursore Fashanu. Oggi ci rimettiamo mano, perché ha fatto coming out Jakub Jankto. Ed è in home dei principali media sportivi europei perché ha aggiunto una nuova sotto-categoria alla tipizzazione del calciatore omosessuale: “il più famoso finora”. Il finora è un’apertura di credito: si spera ce ne saranno altri, più in là, ancor più noti.

In questa storia di disvelamenti intimi la categorizzazione del primato è importante, perché giustifica sempre il titolo, a scalare. Il “secondo” gay del calcio, capirete, non conta. Sai che noia.

E quindi ci risiamo: update. Con cadenza disarmante spunta l’intervista ad un ex calciatore, un allenatore, un insider qualunque che “rivela” al mondo attonito l’esistenza degli omosessuali nel calcio. Ci sono almeno due o tre gay in ogni squadra, dicono tutti. Si fa la conta. È una serie: Football Gay Hunters. Rabdomanti di omosessuali, nell’edizione italiana.

E’ giornalismo a scatto fisso: il titolo stuzzica la prurigine del cavernicolo, l’idea che qualcuno davvero ancora se ne stupisca. D’altronde, si sa, gli spogliatoi sono abitati solo da veri maschi. Effettivamente hanno ragione: ce ne stupiamo ogni volta. E’ la riproduzione sistematica della stessa identica “notizia” dal 1990 – l’anno a cui si fa risalire il primo vero scandalo: il coming out forzato di Fashanu con annesso dramma.

In generale il lettore medio sbadiglia e sfoglia oltre, poiché nel frattempo il mondo ha questo vizio di evolvere, e il pallone di rotolargli appresso sempre in ritardo. Però la macchina editoriale va avanti a ciclo continuo, perché Jankto ricicla Daniels che ricicla Cavallo, ognuno a commentare il successivo da “esperti”: qualche mese dopo lo intervisti di nuovo, come si fa per i richiami dei vaccini, per documentare il fatto che sia sopravvissuto.

La stampa si dà di gomito: anche oggi abbiamo portato a casa il titolo, grazie Jakub. Perché la presenza nel mondo del pallone del sesso porta con sé, senza possibilità di redenzione, la morbosità. E fa niente che il solo fatto di ribadire il concetto espliciti un giudizio: i gay in uno spogliatoio frequentato solo da maschi? Non è normale. Se lo fosse non ci sarebbe niente da “svelare”, e a ricasco non ci sarebbe la confessione, l’intervista, la notizia, il titolo.

Il sottinteso è sempre il peccato. Come se il fatto di essere attratti fisicamente dallo stesso sesso fosse una deviazione opaca. Per cui, una volta assodata la loro esistenza in natura, i calciatori gay vanno indicizzati, contati, manco fossero evasori fiscali.

Diceva qualche tempo fa Evra, che “nel calcio non puoi mostrare debolezze, non puoi mostrare differenze, altrimenti sembri vulnerabile. C’è una mascolinità tossica. Soprattutto perché il vocabolario della guerra viene costantemente utilizzato, confrontando le partite con le battaglie”.

Ma se rileggete bene l’assunto capirete anche perché è parte del problema: i gay non vanno in guerra? Non sono adatti a combattere, sono troppo “femminucce”? Il calcio usa ancora un vestito tribale, zeppo di penose resistenze anche nella sua narrazione. Nel 2023 c’è ancora gente che blatera di “attributi” perché dire “palle” no, è scortese. È lo stesso tranello mentale: la misura della forza è un testicolo, e i gay – a quanto pare – ne sarebbero sprovvisti… 

Lo scalpore per il coming out di Jankto/Daniels/Cavallo/ecc… ha a che fare con un’arretratezza pigra. Inseguiamo la segnalazione, l’avvistamento, il “primato”, dichiarando irreparabilmente di ritenerli ancora animali rari in ambiente ostile.

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