A Radio Crc: «Fu l’incoscienza da chirurgo a farmi dire sì all’intervento che richiese l’applicazione di diciotto viti. Accaddero una serie di cose fortunate»

Il dottor Gianpaolo Tartaro, chirurgo plastico che operò Osimhen quasi due anni fa, dopo lo scontro con Skriniar, è intervenuto a Radio Crc per parlare dell’operazione e dei rischi che ci furono sull’operazione. Di seguito le parole del chirurgo di Osimhen:
«Ci sono due rischi che abbiamo corso, il primo lo ha corso lui fratturandosi. Il pavimento orbitario si è fermato giusto in tempo così non ha perso la vista. Il pavimento orbitale poteva avere anche dei problemi, se non si fosse ingranata da sola, ma dei fattori ci hanno aiutato e l’occhio è rientrato nella sua sede per fortuna».
Il chirurgo, ricordando l’operazione con le 18 viti che ancora sono presenti e che si possono togliere in qualsiasi momento se è lo stesso giocatore a richiederlo, ha aggiunto:
«La prima domanda che mi fece Canonico (il medico del Napoli, n.d.r.) fu se me la sentissi. Io nell’incoscienza del chirurgo dissi di sì. Lì poi accaddero una serie di cose fortunate, ma è andato tutto come doveva andare».
Il dottor Tartaro, a CalcioNapoli24 Tv, ha aggiunto altri dettagli:
«La placca in titanio può alterare un’immagine radiografica, ma non credo che Osimhen abbia la necessità di toglierle. Poi, come la mascherina, portano bene (ride n.d.r.). All’epoca utilizzammo le migliori placche al mondo. Quando facemmo l’intervento con Canonico studiammo bene la zona dove operare per proteggerla anche dai colpi che il calciatore doveva fare poi con il pallone».