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Cavani: «Gattuso è un allenatore appassionato. Crede nel lavoro, nel sacrificio»

A Deportes Cope Valencia: «Gioco sempre con lo stesso entusiasmo di prima. Il giorno in cui il fisico mi abbandonerà avrò l’umiltà di ammetterlo».

Cavani: «Gattuso è un allenatore appassionato. Crede nel lavoro, nel sacrificio»
Edinson Cavani Napoli Roma 19/05/2013 Stadio Olimpico Football Calcio 2012/2013 Serie A Roma Vs Napoli Foto Andrea Staccioli Insidefoto

Edinson Cavani ha rilasciato una lunga intervista al Deportes COPE Valencia in vista della semifinale della Supercoppa spagnola contro il Real Madrid. L’uruguaiano parla del suo arrivo nella squadra di Gennaro Gattuso e della sua carriera.

«Tutto sta andando bene. Sto lavorando giorno dopo giorno per stare sempre meglio».

Cavani parla delle sue radici.

«Non dimentichi mai le tue radici. È importante non dimenticare. Come ha detto uno dei nostri coach, la ricompensa è il percorso che si compie. E una parte bella è la mia infanzia e i sogni che avevo e che sono riuscito a realizzare. Cerco di non dimenticare quel bambino che ero e nel momento in cui mi avvicino a qualcuno posso comportarmi come quel bambino che voleva un autografo o una foto del calciatore che ero in quel momento. Ci sono momenti in cui sei con la tua famiglia e vorresti avere privacy, ma questo è ciò con cui hanno a che fare alcuni giocatori che hanno raggiunto il successo. Trascorrere del tempo con le persone dà molto piacere».

Cosa ricordi dall’infanzia?

«Ricordo un Edi molto attivo. Avevo sempre voglia di correre, di andare da mio zio, da un amico, di giocare a pallone, di camminare, sempre. Con molta energia, con molta vita, con tanta voglia di divertirsi, imparare, viaggiare per il mondo. Amo molto la natura. Ci ho dedicato molto da bambino perché amavo essere sciolto, libero. La libertà di esplorare».

Hai girato i grandi campionati europei: cosa ti resta da fare? Cavani:

«A volte si sente il lavoro di tanti anni. Richiede molta cura, molto lavoro, molta attenzione al nostro fisico. Ma mentre gioco lo faccio sempre con lo stesso entusiasmo. Il giorno in cui non avrò la stessa illusione e lo stesso desiderio, chiuderò la porta e dirò “grazie per tutto quello che mi hai dato e che ho saputo darti”. Finché mi metterò gli scarpini con la voglia di giocare a calcio, conserverò sempre l’illusione di quel bambino. Alcune persone ti dicono come si gioca e cosa non posso fare, ma il mio modo di divertirmi è dare il massimo. Il giorno in cui il fisico mi lascerà, avrò l’umiltà di ammetterlo».

Non eri a corto di offerte: il Valencia ti ha toccato l’anima? Cavani:

«C’era qualcosa che mi chiamava e non era né il direttore sportivo né l’allenatore. Ci sono state cose che mi hanno toccato quando ho sentito la parola “Valencia”. Si ricordano sempre giocatori che sono passati di qui, uruguaiani, argentini… Il Valencia ha titoli in vetrina ed una tifoseria che ama molto il calcio e vive molto. Al momento di decidere, tutto ciò mi diceva che dovevo venire. Devi andare dove ti amano e mostrarti amore, e con la passione per realizzare le cose. Volevo venire in Spagna e avevo voglia di venire al Valencia. Quando si sente con l’anima, è allora che si deve prendere la decisione».

Hai trovato quello che ti aspettavi al Valencia?

«Sono una persona piuttosto semplice. Spero di arrivare e fare quello che devo fare dove vado. Il Valencia era esattamente quello che immaginavo. Ecco perché ci si sente bene e si vuole solo che i risultati ci accompagnino. Dobbiamo lottare per questo club e per questa maglia. Bisogna lavorare come se fossimo tifose della squadra per tutta la vita».

Com’è Gattuso?

«Lo vedo come un allenatore appassionato, che vive e sente il calcio. Crede nel lavoro, nella mentalità dei calciatori e lavora perché tutti possiamo seguire la sua identità di lavoro e sacrificio. Quello è il nostro allenatore. Speriamo che tutti possiamo recepire il messaggio e imparare ogni giorno da ciò che ha dato al calcio e dai titoli che ha vinto, che sicuramente non sono stati regalati. Sta a noi aprirci e imparare dalla voglia che ha di lavorare. Questo ci aiuterà a trovare i risultati che vogliamo».

 

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