“Diffondono crescenti dubbi su Mourinho. Non gli basta più un nemico, gli ci vuole un risultato. Una coppa che possa indicare come un Sacro Graal”

Su Repubblica, Gabriele Romagnoli scrive che l’ultimo ostacolo che resta sul cammino di Luciano Spalletti e del suo Napoli è la Roma di José Mourinho. Ormai la Juventus è stata “spazzata via”, mentre le due milanesi, Inter e Milan, sono state “incartate nei loro stracci di mercato”.
“Resta un solo anti-Napoli. È più pericoloso, vicino, sfaccettato. È la Roma”.
Il destino vuole che il 29 gennaio il Napoli si dovrà confrontare proprio con la Roma, al Maradona e che, tre giorni dopo, il primo febbraio, a meno che la Cremonese non faccia brutti scherzi, la squadra di Spalletti e quella di Mourinho si ritroveranno a giocare contro in Coppa Italia.
Ma c’è una differenza che Romagnoli mette in evidenza, tra la Roma e il Napoli. Ovvero che mentre le tv private napoletane portano Spalletti in palmo di mano, quasi adorandolo, le radio romane iniziano a mostrare segni di cedimento nella fiducia riposta per Mourinho. Cominciano ad avere crescenti dubbi, scrive.
“Attenzione: mentre le mille tv private di Napoli sono ormai in adorazione di Spalletti, le altrettante radio di Roma, al netto di agiografi interessati e pubblico ancora sotto ipnosi, diffondono crescenti dubbi su Mourinho. Non gli basta più un nemico, gli ci vuole un risultato. Una coppa che possa indicare come un Sacro Graal. Nel suo linguaggio il bersaglio è individuabile dalle difficoltà che evoca per centrarlo. Se dice che «la Coppa Italia è ingiusta perché il meccanismo sfavorisce i più deboli» vuol dire «se la prendiamo è come una Champions»”.