Wolff: «Alla Ferrari ti elevano e ti affondano con grande brutalità. E se sei italiano è peggio»

Il boss Mercedes sull'addio di Binotto: «Essere il team manager Ferrari comporta una pressione enorme. Ha sopportato più di quanto pensassi».

Binotto ferrari wolff

Montecarlo (Principato di Monaco) 28/05/2022 - qualifiche F1 / foto Press Office Scuderia Ferrari/Image Sport nella foto: Mattia Binotto

Toto Wolff non ha vissuto la sua stagione più felice alla guida della Mercedes. Dopo otto anni in cui ha vinto praticamente tutto, ha dovuto subire un anno quasi in bianco, con l’unica tregua arrivata dal trionfo di George Russell in Brasile. Tuttavia, la posizione di Wolff non è mai stata in discussione come è avvenuto con quella del suo collega Ferrari, Mattia Binotto.

Wolff ha partecipato all’ultimo podcast ufficiale della Formula 1 e per quasi un’ora ha risposto a domande di ogni genere. Tra queste, anche domande sull’ex team principal della Ferrari, Binotto.

«È chiaro che essere il team manager della Ferrari comporta una pressione enorme ed è importante avere una buona contratto per l’uscita. L’inevitabile è successo, ma ha sopportato più di quanto pensassi».

Wolff, che attualmente possiede un terzo del team Mercedes F1, sa cosa significa guidare la Ferrari:

«Rappresentare la Ferrari è rappresentare l’intero Paese. Ti fanno salire o scendere con grande brutalità. Ed essere italiani è ancora peggio: come un italiano sei sempre nel mirino».

Hanno proposto a Wolff un’ipotesi: Toto Wolff del 2012, prima del suo rapporto con la Mercedes, sarebbe stato interessato a essere caposquadra Ferrari? La sua risposta:

«Chiunque dica di non essere interessato a essere team principal della Ferrari semplicemente non dice la verità. La Mercedes mi ha dato l’opportunità di far parte della gestione e della proprietà, cosa di cui sono molto orgoglioso, ma se a quel punto fosse arrivata la Ferrari e, per miracolo, mi avesse offerto quel posto… sarebbe stato lo stesso».

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