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Spalletti non ha mai vissuto un girone di ritorno da favorito: è lui il rebus del Napoli (Libero)

Bravissimo ad assemblare le sue squadre, non sempre è riuscito a trovare varianti quando queste venivano studiate. Ma ora sembra essersi evoluto e completato 

Spalletti non ha mai vissuto un girone di ritorno da favorito: è lui il rebus del Napoli (Libero)
As Napoli 12/11/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Udinese / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Spalletti non ha mai vissuto un girone di ritorno da favorito: è lui il rebus del Napoli (Libero)

Su Libero, Claudio Savelli scrive del Napoli e della sua tifoseria: con il Napoli primo in classifica a un distacco importante dalle inseguitrici, i tifosi partenopei sono chiamati al salto di maturità. Parlando del match di campionato contro l’Inter, del 4 gennaio, Savelli scrive:

“In caso di sconfitta, i tifosi partenopei potrebbero sfoderare corni e cornetti e sorridere alla cabala, anche se farebbero bene a dimenticarsene: è la prova di maturità a cui sono chiamati per l’ultimo passo verso la gloria, quello che è mancato negli anni di Sarri. Napoli, ora, deve dimostrarsi all’altezza di ciò che il Napoli ha costruito: l’occasione di giocarsi un mini campionato con 8 punti di margine. Ovvero due partite e mezza di bonus da spendere nelle 23 giornate che restano”.

Il Napoli ormai lo studiano tutti, perciò Spalletti “dovrà trovare nuovi sentieri per il gol”. Tra l’altro, le inseguitrici sono tutte vicinissime tra loro e sono convinte di poter rimontare.

“Correre in solitaria è sempre peggio che stare nel mucchio. Il Napoli non lo ha mai fatto di recente, non con questo margine. In più la squadra è ricca di giocatori di talento, sì, che però non hanno grandi vittorie nel curriculum. Non solo: non hanno mai neanche vissuto un girone di ritorno da favoriti”.

Non lo ha mai vissuto neanche Spalletti, scrive Savelli, se non quando era in Russia, allo Zenit. Quando era alla Roma ha sempre dovuto battagliare con la Juventus, con l’Inter a gennaio frenò e anche l’anno scorso con il Napoli, quando la squadra a dicembre fece 9 punti in 9 partite.

“Questo perché il vecchio Spalletti era un maestro nel mettere insieme i pezzi a sua disposizione, meno nel trovare varianti ogni volta che la sua squadra veniva studiata. Ma ora sembra essersi evoluto e completato. Dal punto di vista tattico, il Napoli di Luciano è fluido, dunque è difficile prenderne le contromisure. Spalletti è riuscito ad aggiornarsi nei due anni sabbatici post-Inter, presentandosi un anno fa molto diverso e con una nuova teoria: gli spazi non sono più tra i reparti ma tra gli uomini. E ci si allena per trovarli”.

Anche sul piano psicologico il tecnico del Napoli è cambiato.

“Sul piano psicologico è cambiato, come se si fosse convinto di non aver più nulla da dimostrare. Sembra godersi la seconda parte di carriera con il giusto spirito. È positivo e sereno, non cerca la polemica ma lascia che arrivi per spegnerla con il sorriso. Sdrammatizza pur restando serio. Elogia Napoli piuttosto che sottolinearne i difetti. Pochi altri allenatori hanno saputo gestire e sfruttare a proprio vantaggio la passione della città”.

Savelli torna sul pubblico napoletano. Scrive dei fischi che si sono sentiti dopo i quattro gol incassati dal Napoli contro il Lille.

“ecco, il Napoli ha perso solo l’ininfluente partita contro il Liverpool in stagione, dunque non si sa come reagirà al primo vero passo falso. Né come la prenderà il suo pubblico. Meglio prepararsi visto che, oltre al match con i nerazzurri, ci sono quelli con la Juventus e la Roma tra la Samp, la Cremonese e il derby con la Salernitana. La capolista si gioca gran parte delle possibilità per lo scudetto a gennaio. Ma è meglio non farglielo notare”.

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