Anche in amichevole ha esibito il suo bagaglio tecnico. Piange il cuore vederlo tra le riserve ma Spalletti non ha scelta. È il Montella del Napoli
A prescindere dal valore modesto degli avversari turchi, nell’ultima amichevole del Napoli Raspadori ha di nuovo dato una prova delle sue deliziose capacità tecniche. In particolare colpisce la sua abilità nel calciare in porta guadagnando un tempo di gioco nel tiro. Che mette fuori causa marcatore e portiere. Non c’è che dire, piange il cuore a vederlo relegato in panchina. Sembra uno spreco. Eppure pare non ci sia altro da fare. Pensateci. Come esterno sinistro di attacco è chiuso da Kvaratskhelia allo stato insostituibile. Al centro dell’attacco, suo ruolo naturale, gioca Osimhen. E chi metterebbe in panchina il nigeriano a meno di rinunciare al 4-3-3 ? A destra non rende al massimo. Inoltre pure essendo tecnicamente più forte di Politano e Lozano, non garantisce i loro ritorni in copertura.
Come sottopunta passando dunque al 4-2-3-1, si costringerebbe Lobotka a giocare a due a centrocampo ridimensionandone il rendimento. E poi volendo pensare ad un centrocampo a due, gli interpreti più adatti potrebbero essere Anguissa e Ndombele, ma come si fa a solo pensare di rinunciare a Lobotka? Volendo poi giocare a due punte con Osimhen e Raspadori, con un 4-4-2, si sacrificherebbero gli esterni, uno dei punti di forza del Napoli (in primis Kvara e Lozano).
Quindi non resta per Raspadori che il ruolo di riserva di lusso. D’altro canto nella Roma dello scudetto Montella, pur fortissimo, faceva panchina dietro al grande Batistuta. E poi giocando su tre fronti, squalifiche e infortuni daranno a Raspadori, vedrete, molte occasioni di mettersi in luce. Quando Osimhen è stato infortunato, il Napoli con Raspadori al centro dell’attacco ha vinto tutte le partite giocando con un modulo diverso, essendo lui completamente diverso dal nigeriano: più portato a cercare l’uno due ed a fraseggiare che affondare il colpo negli spazi. E che il Napoli possa mutare pelle tattica nel corso della stessa partita è un vantaggio non da poco.
Nasce naturale un’altra considerazione. Chi dovrà maggiormente sacrificarsi in un ruolo da rincalzo è Simeone. Un altro attaccante che giocherebbe titolare nei tre quarti delle squadre di serie A. E fondamentale sarà il ruolo di Spalletti, allenatore esperto, che avrà il compito di tenere tutti motivati e convinti di appartenere ad un unico progetto indipendentemente dai minuti giocati.