Stramaccioni: «Perché il calcio non sfonda in Qatar? Perché c’è troppo benessere»
Alla Gazzetta: «Non c'è quella fame necessaria per arrivare. Iran possibile sorpresa dei Mondiali. Si disputerà tutto in un'unica città, mai successo»

Si è appena conclusa la sua esperienza all’Al-Gharafa e Andrea Stramaccioni ne parla alla Gazzetta dello Sport
Perché il calcio in Qatar non ‘sfonda’ a livello mondiale?
“Il momento di giudicare il Qatar è questa coppa del Mondo. Quale occasione migliore con un gruppo squadra esperto e già vincente? Le tre partite del girone daranno una risposta alla vostra domanda. Come limiti per ‘sfondare’ invece ne vedo principalmente due: il primo è oggettivo, ovvero la ridotta dimensione del Paese e della superficie abitata. Il secondo limite è che questo Stato è un posto di benessere, senza pressione mediatica e di tifoseria, e soprattutto il qatarino medio è un ragazzo mediamente molto abbiente. Tutto insomma fa venire meno quella ‘fame naturale’ nel giovane , quella rabbia nel voler sfondare che vediamo in altre nazioni”.
Ora la attende l’esperienza di commentatore dei Mondiali per la Rai. Che Mondiale si aspetta e quali sono le sue favorite?
“Un Mondiale diverso dagli altri perché sarà il primo invernale, diverso perché a metà stagione, quindi con giocatori sicuramente più in forma, ma anche con meno tempo per prepararlo mentalmente. Diverso perché tutto sarà in un’unica città, un unico albergo, un’unica struttura d’allenamento per tutta la manifestazione. Quindi a mio avviso anche mentalmente molto più pesante rispetto ad altri Mondiali. Si dice che potrebbe essere l’ambiente giusto per una squadra africana o una asiatica per raggiungere le semifinali come sorprese. Insomma un Mondiale da seguire. Le mie favorite sono Brasile, Francia e Argentina in assoluto, Senegal fra le africane e Iran fra le asiatiche”.
Il Qatar come Paese è pronto a ospitare una manifestazione così importante e milioni di tifosi?
Stramaccioni: “Bella domanda. Siamo tutti curiosi. È un evento di portata organizzativa pazzesca. Probabilmente unico nel suo genere. L’organizzazione è dettagliatissima: sono mesi che il Qatar si prepara. Tutto è curato nei minimi dettagli. Le scuole e gli uffici saranno chiusi, i visti turistici sospesi: se non risiedi in Qatar e non hai il biglietto per una gara del mondiale non ti fanno neanche atterrare all’Hamad Airport… Sarà comunque una cosa unica”.
Le piacerebbe dopo Inter e Udinese allenare di nuovo in Serie A?
“Certamente, l’Italia è casa mia e credo che girare il mondo te la faccia apprezzare anche molto di più di quanto alle volte si faccia quando ci si vive”.
Com’è il nostro campionato visto dal Qatar? Questo Napoli che sa solo vincere è il favorito per lo scudetto?
“Avvincente. La Serie A credo sia tornata dopo anni a essere davvero interessante. Napoli, Inter, Milan hanno sicuramente qualcosa in più, ma Atalanta, Roma, Lazio e Juventus sono subito a ridosso. Una bellissima Serie A vista da fuori”.
Tra le milanesi, l’Atalanta e la Roma, chi è l’avversaria più pericolosa per gli azzurri?
“Penso le milanesi. La Roma ha avuto molti infortuni e l’Atalanta in gara secca può battere chiunque ma forse alla lunga non ha una rosa a livello di cambi tale da competere per lo scudetto”.
Domenica c’è Juventus-Inter e lei, prima dell’impresa dello scorso anno di Inzaghi allo Stadium, era stato l’ultimo allenatore nerazzurro a vincere lì. Ricordi di quell’impresa?
Stramaccioni: “Ricordi indelebili: un Inter piena zeppa di campioni, Javier Zanetti, Diego Milito, Cambiasso, Samuel, Stankovic, Cassano… fu una vittoria incredibile contro la Juventus di Antonio Conte e dei record. Resa indimenticabile anche dalla bellezza della partita giocata in maniera molto offensiva da entrambe le squadre e perciò molto spettacolare”.