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Neanche la Juve dei tempi migliori dominava come questo Napoli

Barbano sul Corsport: il suo dominio estetico è inattaccabile. Anche al cospetto di una Atalanta fortissima e anche un tantino sfortunata

Neanche la Juve dei tempi migliori dominava come questo Napoli
Db Bergamo 05/11/2022 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Olivera Miramontes Mathias-Mario Pasalic

Neanche la Juve dei tempi migliori dominava come questo Napoli. Lo scrive il condirettore del Corriere dello Sport Alessandro Barbano:

Sfila sotto i nostri occhi un Fenomeno con la maiuscola. Inedito nella storia recente, perché neanche la Juve dei tempi migliori, abituata a fare il vuoto attorno a sé, ha mai messo in gioco tanta risolutezza insieme a tanta qualità. Certo, tredici partite non fanno la storia, nove scudetti consecutivi invece sì. Ciononostante non si ricorda un’egemonia così netta e così complessa, perché piantata allo stesso modo sui risultati e sulla bellezza: il modo in cui il Napoli vince sopravanza il valore stesso della vittoria. Perché il suo dominio estetico è inattaccabile. Anche al cospetto di una fortissima Atalanta, brava a giocare sullo stretto, capace di smarcarsi più volte pericolosamente davanti a Meret, e anche un tantino sfortunata.

Per la Gazzetta:

Un pari non sarebbe stato sbagliato perché l’Atalanta ha dato fondo alla sua anima “kombat”, ma il Napoli ha meritato la vittoria. Impressionante la tenuta fisica e mentale, la capacità di stare sul pezzo, di resistere agli urti. Una prova di forza e di maturità. Il campionato rimane lungo, finirà all’inizio di giugno, però il Napoli è pronto per lo scudetto perché è squadra strutturata, capace di assorbire ogni contrattempo. A Bergamo ha dimostrato di non aver sviluppato una dipendenza da Kvara: non è poco.

Per Sconcerti:

A Bergamo la partita è stata molto bella e forse l’Atalanta avrebbe meritato qualcosa in più, ma il Napoli ha confermato di essere un argomento estremamente serio. Ha imparato a gestire le partite difficili, non si diverte e basta, guarda l’avversario e lo colpisce appena abbassa la guardia. È meno spettacolare delle prime giornate, ma costante e sempre a un livello alto. È stata decisiva la differenza dei due centravanti. Osimhen oggi è quasi imprendibile, Hojlund è ancora una carezza leggera. È una sintesi estrema, ma reale.

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