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Atalanta-Napoli 1-2, pagelle / Spalletti è un guastafeste. Ma no, ha ragione su Kvaratskhelia

Brutta la frase sul georgiano: i fuoriclasse si proteggono, non si mettono alla gogna. No, difende la sacralità del gruppo. Su Osimhen tutti d’accordo

Atalanta-Napoli 1-2, pagelle / Spalletti è un guastafeste. Ma no, ha ragione su Kvaratskhelia
Db Bergamo 05/11/2022 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Le pagelle di Atalanta-Napoli 1-2 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Nella giungla orobica il giovane Meret sfoggia talento e classe e fa due paratoni sui due danesini nerazzurri: non è una novità per noi che il dibattito sugli angoli di Liverpool l’abbiamo lasciato volentieri al bar sport dei social. E si merita tutto l’ausilio e la protezione di Santa Traversa quando l’Uomo che Guarda tira dopo la respinta su Maehle – 7

Si leva i sassolini dalle scarpe con grande classe e serenità e per poco non riesce anche ad intervenire sul rigore, dopo averne individuato il lato giusto (peccato!). La parata su Maehle è stata spettacolare, diciamolo – 7 

DI LORENZO. L’Atalanta scassa parecchio nella sua zona, coi citati Lookman e Maehle, e il Capitano è pugnace protagonista di una partita sporca assai ma di fulgida resistenza – 6

Con Lozano un po’ “scoglionato”, Giovannino deve fare per due e fa più fatica. Va molto meglio quando Spalletti fa entrare Politano. A quel punto il capitano può smettere di pensare solo a coprire e torna ad essere un tuttofare – 6,5

KIM. Inizia rincorrendo l’Uomo che Guarda e questa rimane l’unica sofferenza patita. Per il resto Kim fa il Monaco Guerriero che là dietro comanda con sicumera e decisione, aiutando quando c’è da aiutare i compagni soccombenti. E le palle in tribuna sono un tributo estetico d’antan. Come non amarlo, Ilaria? – 7

Guardandolo bene, ieri, ho capito che Kim la porta che ha alle spalle la sente, in tutta la sua grandezza: negli spigoli e negli spifferi che la minacciano. Non ha bisogno di vederla, per proteggerla, il suo è un istinto innato. Non si spiega altrimenti il fatto che non sbagli nulla e che abbia la prontezza di intuire anche le difficoltà dei compagni prima ancora che si concretizzino in pericolo, come ha fatto spesso con Di Lorenzo nel primo tempo, quando è andato ad allargarsi per dargli una mano mentre su quel lato si aggirava lo scoglionato Lozano. E poi è simpatico da morire, ma nello stesso tempo presente a se stesso e perentorio. Hai visto la reazione sull’ammonizione? E quando l’arbitro voleva attribuirgli falli non suoi? – 8

JUAN JESUS. Al 12’ si perde Hojlund ma poi non capita più. E di testa, Giovanni Gesù, ne prende tante – 6

Perdersi uno come Hojlund una volta sola non fa media, per me. Il danesino si è rivelato cliente assai scomodo, come il collega Lookman che Jesus ha limitato bene. Io lo trovo molto intelligente, sia in campo che fuori, uno che non stra-fa, ma quando c’è da fare, fa – 6,5  

OLIVERA. Idem come il Capitano ma con tanta garra uruguagia, come in quell’infinita sequenza di rimesse laterali in cui c’è tutto: il palleggio e i rimpalli a favore, i secondi guadagnati e i nervi saldissimi. In più discende ed è molto presente nella fase di costruzione – 7

Costruisce da dietro (hai notato che la famigerata costruzione da dietro non fa più venire i brividi e i capelli bianchi, Fabrizio?), spinge in avanti con una qualità non indifferente, chiude quando c’è da chiudere e lo fa con classe. Serve un assist al bacio per Simeone che l’argentino, purtroppo, non in giornata, non coglie – 7,5 

ANGUISSA. Credo, Ilaria, che stasera abbia coperto ogni metro quadrato del campo, del resto Zambo è l’ovunquista azzurro per eccellenza. Tocca miliardi di palloni e le sbavature sono umane e poi è lui che lancia Victor Victoria per l’assist al Macedone (del Nord) che vale tre punti – 7

È lui che innesca Osimhen dopo un meraviglioso corpo a corpo a centrocampo, con annesso furto di palla. Di Zambo colpisce la nonchalance: va ai contrasti e sembra che il fatto non sia il suo, con una nonchalance che ogni volta sorprende e ogni volta porta a casa palle fondamentali. Dopo il 65′ inizia a dare cenni di stanchezza e a perdere qualche palla. Deve rifiatare assolutamente – 7 

GAETANO dal 93’. Senza voto

Senza voto

LOBOTKA. Nella predetta giungla orobica, Robotka è la bussola per trovare il sentiero giusto. E quando poi l’Atalanta preme, Lobo difende e protegge – 7

Gioca spesso arretratissimo a dare una mano per poi far ripartire l’azione. Bello il giro palla che regala intorno al 40′, su cui poi interviene Olivera ma che Elmas non coglie. Per fermarlo devono quasi sempre atterrarlo, ma lui non si scompone mai – 7 

ZIELINSKI. Pitta quella pelota per la cabeza vincente di Victor Victoria e gliene va reso merito, ma quanto sono irritanti i suoi errori: sovente scaraventa il pallone addosso ai compagni, più che passarglielo, e poi fa una apertura fallace che fa ripartire Maehle nell’azione che si conclude con la traversa dellì’Uomo che Guarda. Mi chiedo, Ilaria, se i suoi sbagli siano frutto di presunzione o di mancanza di pensiero oppure ancora di automatismi del passato di cui non si è mai liberato – 6

Quella palla servita a Osimhen è talmente morbida da essere un capolavoro. Spalletti lo bacia sulla testa, per ringraziarlo – 6

NDOMBELE dal 63’. Con la palla tra i piedi è tra i più forti: entra e se ne beve subito cinque o sei, di nerazzurri. Qualche errore in uscita ma Ndombele appare via via più affidabile – 6,5

Il modo in cui protegge il pallone nello stretto, al 72’, è la fotografia della sua crescita, oltre che di un modo di essere – 6,5

LOZANO. Il Bambolo pungente, più che assassino, laddove l’hombre vertical alterna il caos e l’egoismo a taluni allunghi efficaci. La sufficienza la merita – 6

L’anello debole del Napoli visto ieri, per quanto mi riguarda. Scoglionato, come ho detto all’inizio, non dà tutto quello che ha, non fa nemmeno il gesto di aiutare i compagni. E giustamente Spalletti si incazza – 5

POLITANO dal 63’. Quando è l’uomo delle mezzore dà il meglio di sé e recupera in maniera assidua – 6,5

Prima di entrare in campo palleggia come se fosse lì a guardare una partitella tra amici. Al momento della sostituzione, quando Spalletti lo manda dentro, si mette a scherzare con l’allenatore e sorridono entrambi. Politano è un altro, Spalletti lo ha reso uomo. Ho ancora negli occhi il modo in cui all’improvviso si è materializzato nell’area del Napoli, lui, attaccante, e ha imposto la sua presenza portando palla nell’area avversaria. La sua partita, per me, è tutta lì – 6,5

OSIMHEN. Un semidio ingannatore: illude gli orobici con il dono di un rigore, indi li punisce con il pareggio e infine li manda all’inferno con il servizio vincente al Macedone (del Nord). Victor Victoria è un portento – 8

Provoca il rigore e non si scompone, ma dall’atteggiamento del viso vedi che gliela promette, a Gasperini e ai suoi. E infatti, poco dopo, vede la palla arrivare, si coordina e muove la testa in modo perfetto per punire l’odiosa Atalanta. Poi incita i compagni e i tifosi a non mollare. Se non è segno di maturità, questo, Fabrizio… Per non parlare dell’azione del secondo gol: stratosferico. Riceve palla da Anguissa che ha effettuato un furto con scasso a centrocampo e lotta fino alla morte con Demiral, riducendolo a brandelli. La passa a Elmas che, senza neppure controllarla, la butta dentro. Lascia Demiral talmente frustrato che dopo nemmeno un minuto è costretto ad atterrarlo per reazione, dopo essere stato ammonito per proteste. Splendida la maglia quasi strappata a Demiral. Meraviglioso Osi – 9

SIMEONE dal 74’. Entra benissimo, non bene: però al 78’ manca un’occasione d’oro per chiudere la partita e farci risparmiare quasi venti minuti di batticuore – 6

Non in giornata. Si divora un gol su assist ottimo di Emas, una cosa non da lui – 5,5

ELMAS. Il modo in cui fa scorrere la palla e poi tira segnando è da giocatore di talento. Interpreta l’ala a sinistra in base alle sue caratteristiche ed è giusto così. Nessuno deve imitare nessuno e il Macedone del Nord non lo faceva ai tempi di Insigne, figuriamoci adesso che c’è il Mostro georgiano. A Bergamo, lo Sciamano prevede una partita di fatica e di corsa e schiera Elmas tra i mugugni del popolo. Alla fine ha ragione e il Macedone bistrattato disputa 90’ con un andamento regolare, si allarga e si stringe a seconda delle giocate, quindi arretra al centro e alla difesa. La duttilità di Elmas è un’altra risorsa di questo Napule – 7

Alzi la mano chi non ha pensato: perché lui e non Raspadori? Qualcosa per cui noi scettici dovremmo inchinarci a sua maestà Luciano Spalletti e al macedone che ieri ci ha fatti sognare. Lui stesso si è detto esterrefatto per la scelta dell’allenatore, ma il modo in cui lo ha ripagato e ha donato gioia a tutti noi merita un voto di eccezione. Non fa niente che ha fallito un gol facile – 7,5

ZERBIN dal 93’. Senza voto

Senza voto

SPALLETTI. Trova sempre il modo per guastare la festa. Credo sia stato Dotto, un giornalista suo amico, a scrivere che Spalletti è uno che non sa godersi la felicità. Mi riferisco a quella frase davvero brutta sul Che Kvara. Nel postpartita gli chiedono dell’assenza del georgiano e lui risponde con fastidio: “Sempre Kvara. I compagni non sono contenti di sentire questa storia di Kvara”. Non bastassero le auto rubate e le dietrologie complottiste su questi furti, adesso ci manca solo la rivolta anti-Kvara nello spogliatoio. Caro Spalletti, i fuoriclasse vanno protetti, non messi alla gogna. Sarebbe fuori posto ricordare il rapporto di Diego con i compagni ché Kvara non è Lui, ma i campioni vanno circondati d’amore, non sopportati o subìti. Che poi il Napule riesca a vincere senza Victor Victoria e poi anche senza Kvara questa è una cosa bella, di grande forza e mentalità. Detto questo, Spalletti merita applausi per la vittoria e il vuoto che si sta aprendo dietro agli azzurri. Sono 35 punti alla tredicesima: accadde anche nella stagione novantunista – 5

Secondo me, invece, ha ragione e lo ha dimostrato sul campo. Tutti quelli con cui ho parlato ieri erano convinti che avremmo perso perché non c’era Kvara: che assurdità! C’è evidentemente ancora chi dubita della forza incredibile di questa squadra, che ha collezionato vittorie senza Osimhen e che evidentemente può farcela anche a vincere senza il fantastico georgiano. Un allenatore deve essere come un buon padre di famiglia: è sbagliato contare solo su uno dei figli, mozzando le gambe e l’entusiasmo agli altri. Come pensi si debbano sentire i secondogeniti se i meriti vengono dati solo al primo nato? Ha fatto benissimo a dire quelle cose, per me e il voto dipende anche da questo. Non si costruisce un Napoli basato sul collettivo per poi sentirsi chiedere dell’unico che in campo non ci è andato. E’ sbagliato, scorretto, fuorviante. A lui spetta difendere il gruppo meraviglioso che ha assortito – 8

ARBITRO MARIANI. A volte non ci capisce nulla, però non fa danni decisivi – 5

 

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