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Juan Jesus, tutti dovremmo avere un amico o un fratello come lui

Si fa trovare sempre pronto, prodigo di complimenti verso i compagni, autoironico sui social, è l’emblema dello stato comatoso del calciomercato

Juan Jesus, tutti dovremmo avere un amico o un fratello come lui
Ci Napoli 16/10/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Bologna / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: esultanza gol Juan Jesus

Tutti dovremmo avere un amico, un fratello, un cugino come Juan Jesus. Ed ogni allenatore dovrebbe avere in rosa un calciatore come lui. La cavalcata di questo strabiliante Napoli ha tanti protagonisti e JJ merita una menzione particolare. Anzi, forse la sua parabola è riassuntiva della bellissima stagione degli azzurri e dell’incapacità valutativa del matto mondo del calcio.

Sostituire un difensore titolare di una macchina perfetta è probabilmente il compito più tignoso e delicato che esista. Il brasiliano non ha fatto sentire la mancanza di Rrahmani, anzi. E non parliamo solo di prestazioni, che sono state egregie e impreziosite anche da un gol importantissimo contro il Bologna. È la sicurezza portata in campo ad aver fatto la differenza. Quando vien meno una pedina nei quattro di difesa il rischio che l’intero reparto perda terreno sul piano di sicurezza e serenità è sempre altissimo.

Il merito è sì di una squadra molto forte e di un allenatore capace di far sentire tutti parte integrante del progetto (onore al merito a Spallettone), ma JJ ci ha messo tutta la sua intelligenza di uomo, la serietà del professionista e la qualità del calciatore che è e forse è sempre stato se solo avesse avuto più fiducia (e fortuna) in passato. Lui non lo ha nascosto, lo ripete spesso nelle interviste post partita ed ha pubblicamente ringraziato il mister per l’opportunità. Questa la dice lunga sullo stato comatoso del calciomercato dei nostri anni in cui ottimi giocatori rischiano di scomparire e bidoni belli e buoni costano vagonate di milioni. E dell’incapacità di chi a inizio campionato valuta le rose e disegna improbabili griglie.

Ritorniamo alla bellissima storia che JJ sta scrivendo con il nostro Napoli. Non ci sono solo le prestazioni, non può sfuggire a sguardi attenti che il ruolo del brasiliano nel gruppo è molto importante. Si evince dalle interviste, dai post sui social, addirittura dalla mimica del corpo. Senza nessuna forma di fastidioso nonnismo o di dannosa “senatorialità” sembra che Juan Jesus sia sempre disponibile ad incitare i suoi compagni (basta vedere il sorrisone al gol di Ostigard o i post dedicati ad Osimhen), a metterci la faccia in qualsiasi momento. Lo fa con disponibilità, senza retorica ma grande semplicità. Nel 2022 non è scontato.

Infine, un applauso lo merita pure per il rapporto che sta instaurando con i tifosi e la città attraverso i social. Ironizza su se stesso per il tiro svirgolato contro la Roma: “Bravo Victor, bravi tutti. Tiro mio leggermente fuori, uscito di poco”. Si è dato il soprannome da solo: “Quando metti la maglia con i pipistrelli ti trasformi in BatJuan”. Un giorno sottolinea giustamente la sua grande professionalità. L’altro si auto-sfotte. Strizza l’occhio ai tifosi, si diverte, non subisce saudade. Accarezza leggermente anche un po’ di napoletanità con JamJam senza mai diventare odiosamente folkloristico né scivolando in comportamenti da arruffapopolo.

Insomma, Juan Guilherme Nunes Jesus è l’ennesima partita vinta di Spalletti, Giuntoli e De Laurentiis nell’epoca del nichilismo targato A16. È stato un protagonista indiscusso di questa prima parte di stagione sotto ogni punto di vista e gli va riconosciuto al pari degli altri. Al momento del bisogno c’è stato e sempre ci sarà, perché “quando Napoli chiama BatJuan risponde”. Parola di JJ.

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