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Di Francesco: «Karsdorp? quando ero alla Roma lo mandai in tribuna»

Di Francesco: «Fu una scelta tecnica. Lo lasciai in tribuna per fargli capire che doveva lavorare in maniera differente»

Di Francesco: «Karsdorp? quando ero alla Roma lo mandai in tribuna»
Db Reggio Emilia 20/09/2020 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Cagliari / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Eusebio Di Francesco

Eusebio Di Francesco, ex allenatore di Roma e Sampdoria, è stato recentemente intervistato al Corriere dello Sport durante la presentazione del nuovo libro  “Dalla Curva Sud al paradiso” scritto dall’agente Pietro Chiodi. Durante l’intervista Di Francesco ha toccato vari temi, tra questi anche il suo ex giocatore Rick Karsdorp, di recente nel ciclone delle polemiche. Queste le sue parole:

«Chiariamo questa cosa. Io non ho avuto una discussione con lui ma l’ho lasciato fuori per scelta tecnica. Non l’ho fatto solo con lui ma anche con altri giocatori della Roma. L’ho lasciato in tribuna per fargli capire che doveva lavorare in maniera differente. Rick è un ragazzo come gli altri non so cosa è successo con Mourinho. Per me è un bravo ragazzo, magari ha sbagliato qualche partita. Con me ha avuto un infortunio al ginocchio che lo ha portato ad avere un rendimento non costante ma è un bravo calciatore».

Di Francesco e l’addio alla Roma

Eusebio Di Francesco è tornato a parlare anche del suo periodo di quando sedeva sulla panchina della Roma dal  2017 al 2109 dove centrò anche la storica semifinale di Champions League con i giallorossi:

Cosa non rifarebbe nella sua carriera da allenatore? «Nel secondo anno mi sono trovato ad avere un mercato non all’altezza di quello fatto l’anno prima. Mi aspettavo scelte diverse per portare avanti il percorso del 4-3-3 che avevo intrapreso nel primo anno. Poi ho dimostrato di poterlo modificare in base alle partite ma potevamo fare meglio. Un po’ forzato il fatto di voler andare via dopo il Porto. Tornassi indietro non lo rifarei vedendo le mie esperienze dopo. Spero in futuro di sbagliare di meno.

Sul suo addio alla Roma:

«Io lo sapevo che era stato chiamato un altro allenatore, ero un po’ “arrivato” a causa di situazioni non solo legate alla società, anche per colpa mia. Questo mi ha portato anche un po’ a spingere in quella situazione. Probabilmente anche con una vittoria col Porto sarei andato via, ma tornassi indietro non lo rifarei mai».

L’agente Pietro Chiodi ricorda: «Quando venne esonerato andai a casa sua con una bottiglia di champagne e festeggiammo».

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