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Carnevale: «Dopo la storia del doping sono stato lasciato solo. Senza i Pozzo avrei potuto perdermi»

Al CorSport: «Avevo ricevuto tante promesse, una squalifica di solo un mese, invece ho penato per un anno. Dopo, era troppo tardi».

Carnevale: «Dopo la storia del doping sono stato lasciato solo. Senza i Pozzo avrei potuto perdermi»

Il Corriere dello Sport intervista Andrea Carnevale, responsabile scouting dell’Udinese. Racconta il modo in cui il club friulano scopre talenti in giro per il mondo, ma anche il suo passato nella Roma e le vicende legate al doping. Tra i talenti scovati dall’Udinese c’è stato anche Piotr Zielinski, oggi al Napoli.

«C’è una grande organizzazione di scouting, è molto più difficile lavorare con l’Udinese piuttosto che con la Roma o l’Inter. Facciamo un ottimo lavoro, andiamo a prendere sconosciuti che in due o tre anni diventano giocatori di prima fascia. Molina, De Paul, Udogie sono gli ultimi esempi. Udogie tra sei mesi ci lascerà, andrà al Tottenham. Ha 19 anni, un ragazzo precoce, nel Verona fece solo 7 spezzoni di partita, ci bastarono per capire che aveva qualità. Grande fisico, ricorda Briegel. A me piacciono giocatori strutturati, se sono piccoli vanno bene solo… come Maradona».

Carnevale ricorda il suo Mondiale, nel 1990, non una bella esperienza.

«A Italia ‘90 sono partito titolare, venivo dal grande Napoli e per giocare all’Olimpico mi ero preparato benissimo. Me lo ricordo il mio Mondiale, poche partite. Rivedendo una partita l’altro giorno mi è rivenuto negli occhi l’errore commesso contro l’Austria. Arrivato a tu per tu con il portiere gli tirai addosso, anziché fare lo scavetto. Feci una cavolata, ma c’era grande pressione, non ero sereno. L’Italia meritava di vincere. Quella sera fui precipitoso, purtroppo da lì è finito il mio Mondiale, è entrato Schillaci ed è stata la sua fortuna. Con Vicini ho avuto un momento di nervosismo, l’ho pagato duramente anche se poi mi sono scusato, ma da allora mi ha mandato in tribuna. Non ero più a disposizione. Non mi diede un’altra chance. All’inizio ero titolare con Vialli, ma intorno alla Nazionale c’erano tanti dirigenti della Juve e il blocco bianconero ha avuto la meglio. Poi Baggio e Schillaci hanno fatto bene, hanno avuto l’occasione e hanno meritato la maglia».

C’è spazio anche per il ricordo della storia d’amore finita male con la Roma.

«Il mio sogno frantumato con il doping. Avevo ricevuto tante promesse, una squalifica di solo un mese, invece ho penato per un anno. In quell’anno sono stato lasciato solo. Un anno in Purgatorio per una cazzata, che mi ha rovinato il mio grande entusiasmo nell’indossare quella maglia. Dopo un anno di stop avevo davanti Voeller e Rizzitelli, c’era Muzzi e anche Totti si allenava con noi».

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«Purtroppo quella storia del Lipopill ha rovinato tutto. Una vera stupidaggine, non so ancora come sia capitato. I miei valori erano superiori dello 0,001. Prima di fermarmi ero capocannoniere. Sono stato assolto anche a livello giudiziario, eppure vennero a fare la perquisizione a casa, un fatto politico, non so».

Carnevale è molto grato alla famiglia Pozzo.

«In Friuli vivo la mia seconda vita. Non finirò mai di ringraziare la famiglia Pozzo e anche Pierpaolo Marino, mi hanno aiutato in un momento difficile della mia vita, quando mi ero un po’ perso. Ho fatto un po’ il bambino quando ero grande e il grande quando ero bambino. Potevo perdermi e invece loro mi hanno voluto».

 

 

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