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Belotti, l’ex agente: «Mi tradì. Siamo in causa da 4 anni»

A Tuttosport: «Alla fine uno ‘scherzo’ da quasi 5 milioni, ma deciderà il giudice»

Belotti, l’ex agente: «Mi tradì. Siamo in causa da 4 anni»
Mg Torino 30/10/2021 - campionato di calcio serie A / Torino-Sampdoria / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Andrea Belotti

Sergio Lancini, ex agente di Andrea Belotti, che si è separato dal calciatore della Roma nell’estate del 2017, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport, in cui ha chiarito come sono andate le cose

«Mi voltò le spalle improvvisamente e senza una ragione. Non rispondeva più al telefono e non si faceva più trovare. Ricevetti un unico messaggio, tre mesi dopo, con cui mi chiese di non parlare più a suo nome».

Lancini spiega che la situazione con Belotti è arrivata addirittura in tribunale: «Non avevo mai ricevuto alcun compenso per l’attività svolta dal suo approdo al Torino in poi, per questo sono stato costretto a rivolgermi all’autorità giudiziaria, che da quattro anni si sta occupando del caso»

La situazione è complessa al momento pendono addirittura due giudizi «Il primo riguardante il risarcimento per la revoca di fatto del mandato, che mi impedì di partecipare sia alle trattative per un eventuale trasferimento sia al rinnovo con il Torino, che in seguito ha negoziato senza il mio coinvolgimento; il secondo, invece, ha a oggetto la violazione del contratto con il quale ero stato incaricato di gestire i diritti d’immagine del giocatore, gestione dalla quale sono stato immotivatamente estromesso. Insomma, alla fine uno ‘scherzo’ da quasi 5 milioni, ma deciderà il giudice»

Netto anche il suo giudizio sul mancato rinnovo della scorsa estate e sul passaggio alla Roma: «Presa la scelta di restare in granata, gli avrei certamente suggerito di sposare la maglia fino al termine della carriera, diventando una bandiera della società. Così invece, lasciando il Toro a parametro zero, ha dimostrato di essere forse un trascinatore in campo, ma non certo un leader dentro e fuori dal terreno di gioco, tale da rendere fieri gli Invincibili di Superga»

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