Baschirotto: «Non ho talento, mi alleno tre ore in più degli altri»
Alla Gazzetta: «Ho rinunciato alle vacanze per l'azienda di famiglia. La mattina ero sui campi a metter giù le cannulate, a dar da mangiare al bestiame»

Ci Lecce 09/11/2022 - campionato di calcio serie A / Lecce-Atalanta / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: esultanza gol Federico Baschirotto
In un’intervista pubblicata alla Gazzetta dello Sport pubblicata questa mattina il difensore del Lecce Federico Baschirotto ha raccontato la sua esperienza in Salento. E dell’azienda di famiglia.
«L’ossessione batte il talento. E io il talento cristallino non l’ho mai avuto. Pertanto, la mattina vado tre ore prima al campo. Faccio i miei lavori in palestra, poi esco con Fabrizio Del Rosso, il vice di Marco Baroni, e limo la tecnica. Lui varia gli esercizi così non mi annoio e mi diverto. E ora in questo percorso mi seguono Colombo e Cetin. Voglio migliorarmi ogni giorno. Sottil (attuale tecnico dell’Udinese) è stato importante per la crescita. Voleva sempre di più. Ha una grande cultura del lavoro. Ascoli resta un bel ricordo, ho tenuto tanti amici.»
Nella stagione 2018-19 era alla Vigor Carpaneto in Serie D.
“Eccome. Mi è servito. Poi mi sono guadagnato la C a Viterbo. Stavo per firmare ancora in D. Ero svincolato. Mi hanno voluto. Ho fatto bene un anno con Antonio Calabro, poi feci il secondo. Iniziai da centrale a tre. Mi piaceva”.
L’azienda di famiglia, a Nogara. Ha rinunciato alle vacanze per lavorare lì.
«Verissimo. Torno da Ascoli a fine campionato a Nogara nel Veronese, saluto papà Graziano e mamma Giuliana. Dopo pochi minuti papà mi dice ‘Guarda che i tuoi fratelli (Filippo, Fabio e Francesco, ndr) hanno bisogno’. La mattina ero sui campi a metter giù le cannulate, a dar da mangiare al bestiame. Alleviamo suini e bovini. Poi abbiamo frumento, grano, soia, pomodori».
Si ispira a Chiellini
«Forte sull’uomo, bada al sodo. Se uno fa il difensore deve difendere.»
Al negozio del Lecce ora tanti comprano la sua. Forse perché marca bene ogni centravanti. Con chi è stata dura?
“Chiaro che Lukaku è fortissimo, ma Piatek si muove molto bene, come Satriano. Arnautovic sa fare tutto, Beto e Success sono fisici. In A per mezzo centimetro ti puniscono”.
Come regge il confronto? Li insulta, li provoca?
“No, mai, punto a portargli via il pallone”.