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Shiffrin e l’odio sui social: «Mettono in piazza le tue debolezze. Disabilito i commenti»

La campionessa al Corsera: «Non capivo perché mi tirassero tutta questa merda addosso. Non è semplice non leggerli»

Shiffrin e l’odio sui social: «Mettono in piazza le tue debolezze. Disabilito i commenti»
archivio Image Sport / Sport / Mikaela Shiffrin / foto Imago/Image

Mikaela Shiffrin e l’odio sui social

Domani inizia la Coppa del mondo di sci. Appuntamento a Sölden: sabato gigante donne, domenica gigante uomini. Il Corriere della Sera intervista Mikaela Shiffrin vincitrice dell’ultima Coppa del mondo (in tutto ne ha vinte quattro e ha appena 27 anni) nonché di 74 gare. Eppure lo scorso anno è stata oggetto di pesanti insulti sui social in occasione delle Olimpiadi dove è andata malissimo.

Anche e soprattutto di questo parla nell’intervista al Corsera.

Insulti, sfottò, messaggi d’odio, razzismo. Sempre più atleti vengono presi di mira sui social. Anche lei ci è passata dopo la delusione alle Olimpiadi di Pechino.

«È uno dei risvolti della rivoluzione tecnologica: il lato positivo è stato connettere il mondo. Quello negativo è che tutti possono dire tutto senza verificare informazioni, possono rilanciare fake news e distorcere concetti. È bello che ognuno possa far sentire la sua voce, ma al tempo stesso può essere anche molto dannoso. Dipende da come usa la voce. Basta leggere certi commenti. Sa che cosa mi faceva più male ai Giochi Olimpici?».

Che cosa?

«Leggere giudizi tremendi, ed erano gli stessi giudizi che io già pensavo di me stessa in quei momenti. Gli haters, i cyberbulli, i troll fanno questo: scoprono le tue debolezze e le mettono nella piazza digitale, e sono migliaia e migliaia. Così chi già si sente giù starà ancora peggio. È la logica dello specchio».

Lo specchio?

«Sì, ti svegli la mattina bella carica, cerchi di essere positiva, ripeti che sarà una bella giornata davanti allo specchio, mentre ti prepari, ed è come se ci fosse uno dentro che dice: “non è vero, stai facendo finta. La verità è che odi questa parte di te”. C’è gente che non capisce gli effetti che possono avere le parole».

Lei come ha battuto gli haters?

«Io non posso cancellarmi dai social, fanno parte degli accordi contrattuali con gli sponsor. Ma ho alcuni strumenti a disposizione: posso disabilitare i commenti, lasciarli aperti e chiuderli quando arriva il primo intervento cattivo. Perché dopo il primo tutti andranno in quella direzione».

Funziona?

«Non basta solo quello: bisogna concentrarsi su altre cose, non dargli attenzione. Ma non è semplice. Alle Olimpiadi ero stanca, stressata, delusa. Non capivo perché mi tirassero tutta questa m… addosso. Ma alla fine sono rimasta lucida: ho capito di avere molto più sostegno che odio. Quei commenti negativi ci saranno sempre qualunque cosa tu faccia, spetta a noi girarci dall’altra parte e ignorarli».

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