ilNapolista

L’Equipe: Kanté salta i Mondiali del Qatar, è infortunato

Kanté, la scorsa settimana, ha accusato in allenamento una ricaduta all’infortunio al tendine del ginocchio che lo tiene fuori da tempo. Questo il motivo del forfait

L’Equipe: Kanté salta i Mondiali del Qatar, è infortunato
Db Udine 29/07/2022 - amichevole / Udinese-Chelsea / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Ngolo Kante’

Era nell’aria da settimane ma è arrivata la conferma: la Francia non potrà contare su N’Golo Kanté per i Mondiali del Qatar. Lo scrive l’Equipe, aggiungendo che è la prima defezione ma che è probabile che non sia l’ultima, visto che i calciatori che giocano nei club internazionali sono stati messi a dura prova da un calendario distruttivo.

L’Equipe, ovviamente, svela anche il motivo della rinuncia del centrocampista del Chelsea. Kanté, la scorsa settimana, ha accusato in allenamento una ricaduta all’infortunio al tendine del ginocchio che lo tiene fuori da diverso tempo. Nella lista che Deschamps dovrà annunciare entro il 9 novembre, dunque, non ci sarà.

È una perdita importante per la Nazionale francese. Parliamo di un calciatore che appena un anno e mezzo fa era in lizza per il Pallone d’oro, che pochi mesi prima era stato fondamentale per la conquista della Champions League. Dopo la finale, il New York Times scrisse di lui che aveva l’arte di distruggere il pallone in vitro, progettato da Guardiola in una mania ossessiva di controllo. Poi Guaridola perse la Champions League prendendo un gol a campo aperto.

«Con regolarità metronomica, quasi inquietante, il City costruiva attacchi su attacchi solo per scoprire che nel momento chiave, Kanté è lì, proprio nel posto giusto per vincere uno scontro, all’angolo giusto per bloccare un passaggio, proprio al momento giusto per interrompere il progetto. A volte, sembrava che qualcuno avesse passato a Kanté il copione del City. Non aspetta istruzioni dalla panchina. Kanté va dove c’era il pericolo e lo elimina. Kanté è stato, a suo modo, non meno decisivo di Lionel Messi nelle finali del 2009 e 2011, o Cristiano Ronaldo nel 2014″. “Ha fatto quello che fanno i grandi centrocampisti, ha cambiato forma quando il flusso del gioco lo richiedeva. La differenza, chiude il pezzo – è che una squadra aveva Kanté e l’altra no”. O, meglio: “Anche nell’era del superallenatore, non sono sempre i dettagli tattici da soli a spiegare un risultato. Il sistema non è sempre re. Un gioco può essere definito dalle idee, ma può anche essere definito dai giocatori».

ilnapolista © riproduzione riservata